Siete convinti che il sole faccia
passare l'Acne? Allora state attenti...

Giovedì 17 Luglio 2014
Siete convinti che il sole faccia passare l'Acne? Allora state attenti...
ROMA - Esposizione al sole, ricorso alle lampade abbronzanti e sospensione delle cure dermatologiche durante il periodo estivo, sono tutti fattori che determinano nei pazienti acneici un peggioramento della malattia al rientro dalle vacanze.



Ciò si deve al falso mito che l'acne, patologia comune che insorge soprattutto nell'età adolescenziale, ma che non risparmia gli over 30, possa migliorare, se non addirittura sparire, esponendo la pelle al sole. In Italia si stima che l'acne di gravità intermedia colpisca il 30-40% della popolazione tra i 15 e i 20 anni; nei trentenni la percentuale scende all'1% negli uomini e al 5% nelle donne.



«Se all'apparenza vediamo la pelle meno unta e con meno imperfezioni, non vuol dire che stiamo guarendo perché i raggi solari, in realtà, accentuano il processo infiammatorio alla base dell'acne, provocando un ispessimento dello strato più superficiale dell'epidermide (strato corneo) che causa la formazione dei comedoni, cioè i punti neri.
L'apparente miglioramento si deve anche all'abbronzatura che, donando uniformità al colore della pelle, tende a nascondere le imperfezioni - afferma il professor Stefano Veraldi, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e Venereologia, Università degli Studi di Milano -. Alla falsa credenza che il sole guarisca l'acne, si aggiunge un altro comportamento diffuso e dannoso per la pelle: la tendenza a sospendere il trattamento in ragione del fatto che diversi farmaci per l'acne possono rendere la pelle più sensibile ai raggi UV. Si tratta dei cosiddetti farmaci fototossici o fotosensibilizzanti, che possono causare danni e macchie alla pelle in seguito all'esposizione al sole, come nel caso delle tetracicline orali».
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