La panchina arcobaleno divide la città: «Bel gesto». «Chi se ne frega»

Lunedì 29 Giugno 2020 di Roberto Cervellin
Da sinistra, il vicesindaco Tosetto, la consigliera Soprana e il presidente di Arcigay Tedesco

VICENZA - Una panchina arcobaleno come simbolo di tolleranza. Verrà collocata nei prossimi giorni in un luogo della città non ancora individuato. Nel frattempo la stessa città pare dividersi di fronte al dono fatto da Arcigay Vicenza all'indomani della manifestazione - patrocinata dal Comune - promossa per ricordare i moti di Stonewall del 27 giugno 1969 con la rivolta della comunità Lgbt e il cinquantesimo anniversario del primo gay pride a New York.

Sulla pagina Fb dell'amministrazione c'è chi apprezza, ma anche chi sentenzia: «Chi se ne frega». E chi definisce l'associazione “servile” verso una giunta che ha voluto togliere la clausola “antifascista” per la concessione dei luoghi pubblici.

Il presidente di Arcigay Thomas Tedesco tira dritto: «E' un regalo al Comune - commenta - Sentivamo il bisogno di donare un simbolo della nostra bandiera Lgbt alla città. La panchina rappresenta una figura carismatica come Harvey Milk, primo politico statunitense a battersi per i diritti civili della sua comunità e a dichiararsi omosessuale alla fine degli anni '60». Gli fa eco la consigliera delegata ai diritti civili Caterina Soprana: «Sono orgogliosa di ricevere questo dono intitolato a un personaggio che ha perso la vita battendosi affinché nessuno dovesse più vergognarsi di essere se stesso».

Ultimo aggiornamento: 11:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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