Dopo la morte di Simon Gautier, il turista francese 27enne disperso per giorni e ritrovato senza vita in un burrone, è scoppiata la polemica sui soccorsi e sull’eventualità che si potesse fare qualcosa in più per salvargli la vita. La mamma Delphine Godard, in un’intervista di oggi al Corriere della Sera, ha parlato della sua morte e di ciò che è successo, e soprattutto di ciò che si sarebbe potuto fare per evitare la tragedia.
«Siamo stati avvisati tardi, solo nel pomeriggio di lunedì ci hanno detto che Simon era scomparso», ha detto Delphine: il 12 agosto dunque, e Simon era scomparso già da tre giorni. «Se ci avessero rintracciato prima, potevamo fornire informazioni dettagliate agli inquirenti», aggiunge.
La famiglia era tra l’altro in possesso della mappa del percorso che Gautier avrebbe seguito a piedi dal Cilento verso Napoli: una mappa che poteva tornare molto utile durante le ricerche. Perché dunque le autorità italiane, pur conoscendo (da quella drammatica telefonata al 118) le generalità del turista disperso, non ha contattato subito la sua famiglia? Delphine se lo chiede, ed è distrutta. «Mi auguro che l’ipotesi dei medici che sia morto dopo la caduta sia vera, spero non abbia sofferto. Saperlo solo e spaventato in fondo a quel burrone mi fa impazzire».
L'autopia. Simon Gautier sarebbe morto in seguito ad uno choc emorragico per la rottura dell'arteria femorale. È emerso dall'autopsia sul corpo del turista francese eseguita oggi nell'ospedale di Sapri (Salerno).