Bossetti al gip: «Estraneo, mai conosciuta in vita mia. Quella sera ero a casa»

Giovedì 19 Giugno 2014
Bossetti dopo il fermo
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Sono totalmente estraneo. Lo ha detto al gip nell'interrogatorio di garanzia Massimo Giuseppe Bossetti, accusato di aver ucciso nel novembre 2010 la tredicenne Yara Gambirasio. A riferirlo è stato il suo legale, Silvia Gazzetti. Il gip di Bergamo Ezia Maccora si è riservata di decidere nelle prossime ore sulla convalida del fermo.

Bossetti ha sostenuto poi di non aver mai visto Yara. Il muratore ha detto di aver visto il padre della ragazza una volta sola dopo la sua morte.

Bossetti ha detto al gip che nel tardo pomeriggio del 26 novembre 2010, quando scomparve Yara, si trovava a casa. Il legale dell'accusato ha poi spiegato che il muratore bergamasco «ha risposto a tutte le domande» che gli sono state poste dal gip.

L'uomo, nel suo interrogatorio davanti al gip di Bergamo, ha detto poi di non riuscire a spiegarsi per quale ragione il suo Dna, come sostiene l'accusa, sia stato trovato sul corpo della ragazza dopo il ritrovamento nel campo di Chignolo d'Isola (Bergamo) il 26 febbraio 2011.

Bossetti avrebbe appreso solo stamani di essere figlio illegittimo e questo lo ha «sconvolto», ha poi affermato il suo legale.

Tre sostanzialmente le prove contenute nel provvedimento di fermo di Bossetti: il Dna che "combacia" con le tracce biologiche trovate sugli indumenti della vittima, il cellulare dell'uomo che "aggancia" la zona in cui si trovava Yara al momento della scomparsa e la polvere nei polmoni della 13enne simile a quella che si respira nei cantieri edili a cui il muratore avrebbe facile accesso.

Elementi che si aggiungono, secondo indiscrezioni, agli ultimi dati raccolti dagli investigatori, tra cui la testimonianza della moglie di Bossetti la quale non ricorderebbe dove si trovava il marito il 26 novembre 2010, la sera della scomparsa di Yara.

Per la scienza il 44enne è "Ignoto 1" figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, è il figlio naturale di chi ha sempre chiamato padre invece per la madre Ester Arzuffi, la donna che continua a difendere la sua famiglia.

Basta con l'accanimento informativo sul caso Yara: il Garante della privacy richiama intanto i media «al massimo rispetto» dell'essenzialità della notizia e sottolinea che neanche l'interesse pubblico legittima l'accanimento sugli «aspetti più intimi della persona tale da determinare irreparabili danni nella vita familiare e di relazione».

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 08:31