«Televisioni del Nordest penalizzate:
sospendere il passaggio al digitale»

Martedì 6 Luglio 2010
(foto di archivio)
TRIESTE (6 luglio) - Il gruppo consiliare del Pd del Friuli Venezia Giulia chiede che venga immediatamente ristabilito il diritto delle emettenti locali del Nordest fortemente penalizzate dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive per il digitale terrestre.



In una nota, il capogruppo Gianfranco Moretton sottolinea che nel piano per il digitale terrestre l'Agcom ha «eliminato di fatto le emittenti locali del Nordest, riservando loro delle frequenze assegnate agli stati frontalieri adriatici, disturbate e quindi sostanzialmente inutilizzabili. Verrebbero così violate non solo le norme nazionali in materia ma anche quelle internazionali. Non solo si tradisce quanto dichiarato nello stesso Piano di assegnazione, e cioè di conseguire il massimo grado di pluralismo del sistema televisivo locale, ma si nega così il diritto dei cittadini ad accedere a una informazione pluralistica».



I consiglieri regionali di un altro gruppo di opposizione, quello dei Cittadini, vanno oltre e chiedono la sospensione dello "switch-off" dalla televisione analogica a quella digitale terrestre in Friuli Venezia Giulia e nel Nordest, prevista dal 21 ottobre prossimo. «Già il solo avvio del digitale terrestre - affermano oggi in una nota - sta creando non pochi problemi, ma se a questo si aggiunge che il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze ha escluso una decina di emittenti locali del Friuli Venezia Giulia e 27 del vicino Veneto, che per sopravvivere dovranno attingere alle frequenze di Croazia e Slovenia, in mancanza di nuove, coerenti scelte da parte delle competenti autorità governative, la disposizione ci sembra insensata».



I consiglieri definiscono inoltre «grave la decisione dell'Agcom di escludere di fatto le televisioni locali, non tenendo conto del fatto che un terzo delle frequenze sarebbe dovuto essere assegnato ai privati. Se il digitale terrestre è ineluttabile per la tecnologia e per la garanzia del pluralismo nell'informazione, nell'attuale fase di attuazione è avvenuto esattamente il contrario e sul territorio regionale non c'è stata la necessaria gradualità e nemmeno - concludono - il coinvolgimento del tessuto televisivo locale».
Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 15:35