Rugby, l'Italia lotta ma si arrende
L'Argentina vince 19-14

Sabato 23 Novembre 2013 di Paolo Ricci Bitti
Rugby, l'Italia lotta ma si arrende L'Argentina vince 19-14
ROMA Fa pi male perdere cos, di poco (14-19), dai nostri fratelli gemelli argentini, che prenderne 50 dall'Australia. Fa più male contare i punti lasciati per strada tra calci piazzati e scelte infelici che scoprire che, sì, Brunel ha fatto bene a lanciare il ventenne Allan nella cabina di regia proiettata nel futuro. Qua e là, sotto il diluvio che picchiava duro sull'Olimpico troppo largo per 37.315 fedeli pure assai caldi nel cantare Mameli, gli azzurri hanno intravisto la possibilità di successo che in casa, contro i Pumas, ci manca dal 1998.



A 19 minuti dalla fine eravamo davanti: solo di un capello (14-13) ma con una vivacità che aveva stordito gli argentini, ko da 10 match consecutivi. Era il momento di allungare, di raccogliersi attorno ai fondamentali: possesso, mischia, gioco al piede. E invece i cani neri dell'inconsistenza, dei palloni regalati, delle scelte avventate, anche da parte del capitano Parisse, hanno condannato di nuovo l'Italia che chiude amaramente il mese dei test match autunnali: batosta con i canguri, vittoria strasofferta con le Fiji e sconfitta con i Pumas che restava anche davanti a noi nel ranking mondiale. Decima l'Argentina, undicesimi gli azzurri di uno sconsolatissimo Brunel.



Al 4' primo penalty per gli azzurri: subito una bella responsabilità per Tommy Allan, l'apertura venuta dalla Scozia, via Inghilterra, Sud Africa, Francia e... (fino agli 8 anni) Padova. Finora solo due scampoli di partite con Australia e Fiji. Proprio ieri, ai compagni, durante l'ultimo allenamento, il ventenne aveva detto: “Non vi preoccupate, il primo calcio lo sbaglio sempre”. Beh, invece l'ha infilato e non era nemmeno facile.



Tre a zero per l'Italia e una bella sensazione che potesse essere la volta buona. Raddoppio al 17': ancora Allan al piedi dopo un errore, comprensibile, dalla lunga distanza al 14'. Sei a zero e i tifosi su di giri anche grazie alla novità della banda Frustica che dalla tribuna Tevere faceva da contrappunto alle azioni in campo.



Alla prima offensiva in contrattacco gli argentini sorpassano: 6-7 con Imhoff che si tuffa in bandiera sulla sinistra e Sanchez che, elegante, trasforma. Quattro minuti e siamo di nuovo davanti ancora con Allan dalla piazzola: 9-7.



Continuano a cadere fiumi d'acqua dal cielo: Campagnaro, un altro dei ventenni fra i trequarti, perde l'attimo per liberare in touche. Errore inaccettabile a questi livelli. Sanchez ci castiga e al 33' controsorpasso: 9-10. E su questo punto si va al the. Non è male, questa Italia: la mischia regge il confronto con i maestri argentini, la difesa ha fallito solo una volta, bene anche in touche. Gli argentini, non certo nella formazione migliore nell'ultimo atto della stagione, sono diavoli su ogni passaggio, ma gli azzurri si fanno sentire. Allan non mostra incertezze da debuttante



In avvio di ripresa, però, il mediano di apertura azzurra cicca un calcio facile nell'unico momento in cui la pioggia concede una tregua. E al 54' i Pumas lievitano a 13 di nuovo con Sanchez. Ahi ahi, i Pumas allungano e quando prendono un po' di vantaggio non li si acchiappa più. Parisse perde un'altra volta la testa e gioca veloce un penalty ben piazzabile. Proprio lui che dovrebbe sempre avere i nervi saldi. La pioggia è ancora più gelida. Tremiamo in tribuna. Ma il pack azzurro ritrova la grinta e la lucidità: dopo due touche consecutive a ridosso dalla linea argentina l'arbitro neozelandese Pollock caccia il pilone dei Pumas, Ayerza (cartellino giallo e tre pateravegloria per il chierichetto del futuro Papa Bergoglio vent'anni fa a Buenos Aires) perché fa crollare il carrettino azzurro. Alla terza touche sulla sinistra, con l'arbitro che ci fa giocare il vantaggio, Allan pennella un fantastico cross sulla destra e Campagnaro riesce a toccare l'ovale con la falangetta dell'indice della mano destra. Un “toccato”, insomma, millimetrico che l'arbitro alla moviola, il gallese Simmonds, certifica con decisione. Azzurri sul 14-13 e 19 minuti da giocare. Ecco, ora dovremmo essere di ghiaccio, gestire il gioco, non esporci ad errori. E invece canniamo un paio di mischie, compresa una che avevamo già vinto. Al posto di Gori, fin lì più che sufficiente, entra Botes, ma è peggio perché l'italo-sudafricano è sempre troppo precipitoso. Esce anche, tra gli applausi, Allan: giusto, non va bruciato anche se ormai ha sbagliato 5 piazzati su 8. Orquera fa quello che può, ma i Pumas diventano più aggressivi e, al tempo stesso, lucidi. Al 67' Sanchez risorpassa al piede: 14-16 e al 73' chiude il match con un drop. Gli azzurri hanno in realtà la palla in mano nell'ultimo assalto in sette fasi, ma poi Parisse tenta una delle sue magie che ne fanno un grande. Quando riescono. Ieri no, il pallone è caduto al suolo e tanti saluti alla possibile meta del pareggio in posizione per di più centrale e quindi facilmente trasformabile per quella che poteva essere una vittoria, ma che non lo è stata.



A forza di vedere tutti quei calci sbagliati chissà che cosa ha pensato, infine, Rudi Garcia, l'allenatore della Roma invitato dal ct Brunel: per lo meno avrà notato che un match di rugby, pur giocato sotto il temporale, non danneggia il prato dell'Olimpico visto che non è stato necessario rizollarne nemmeno un centimetro quadrato, come conferma il Coni in vista di Roma-Cagliari lunedì sera.



Primo tempo: 4' piazzato Allan, 18' piazzato Allan, 20' meta Imhoff trasformata da Sanchez, 24' piazzato Allan, 34' piazzato Sanchez

Secondo tempo: 14' piazzato Sanchez, 21' meta Campagnaro, 27' piazzato Sanchez, 32' drop di Sanchez
Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 15:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA