Pescavano nel Po con l'elettricità:
uno si chiama Attila e non si trova

Martedì 10 Giugno 2014
Pescavano nel Po con l'elettricità: uno si chiama Attila e non si trova
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ROVIGO - Uno dei due si chiama Attila. Nomen omen? Spetterà al giudice stabilirlo. Sta di fatto che è chiamato a giudizio con l'accusa di avere contribuito a saccheggiare il Po. Il cittadino ungherese, dichiarato irreperibile, è infatti approdato a processo con la contestazione di avere pescato con metodi proibiti - vale a dire l'elettricità - all'altezza di Crespino. I fatti sarebbero risalenti al 7 ottobre 2009. I due imputati sono Attila Teleki, 42 anni, e Janos Judik, 50 anni appena compiuti. Entrambi sono stati dichiarati irreperibili dal pubblico ministero. E proprio questo ha consentito all'avvocato che li segue entrambi d'ufficio, Dania Pellegrinelli di Rovigo, di chiedere e ottenere il rinvio dell'udienza in base alla nuova normativa sugli irreperibili, che dispone in primo luogo nuove ricerche, quindi una eventuale sospensione del processo a loro carico.

La questione dei cittadini stranieri, sovente ungheresi, che pescano nel Po con metodi proibiti e dannosi per la fauna ittica è segnalata ormai da diversi anni. Soprattutto dai pescasportivi, che vedono come fumo negli occhi chi invece di dedicarsi alla pesca come disciplina sportiva compie vere e proprie razzie di pesce. In seguito a queste ed altre segnalazioni, sono state varie le operazioni mirate a debellare il fenomeno. Spesso collegato anche al commercio senza autorizzazioni di pesce, che viene messo in atto in patria. Tornando al caso di specie, comunque, la contestazione riguarda unicamente la pesca con l'elettricità.
Ultimo aggiornamento: 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA