«Scimmia comprata al mercato»
Insulta la nipote, 54enne condannato

Sabato 31 Maggio 2014 di Lauredana Marsiglia
«Scimmia comprata al mercato» Insulta la nipote, 54enne condannato
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PERAROLO (BELLUNO) - Cinque mesi con il beneficio della condizionale, è la pena concordata ieri per Velio Zandanel, cadorino, di 54 anni, accusato di lesioni, violenza privata e ingiurie aggravate dall’odio razziale. Tre le parti civili: due giovani ragazzi contro i quali si scagliò brandendo il manico di un’ascia, per una festa a suo dire rumorosa e in odor di droga, e la nipote, amica dei due ragazzi, e figlia adottiva della sorella, che appellò come «scimmia comprata al mercato».



L’uomo, difeso dall’avvocato Nino Degli Angeli, dovrà inoltre rifondere le spese di costituzione per un importo di 2500 euro, per i due ragazzi assistiti dall’avvocato Valerio Piller Roner, e altri 2000 per la nipote, di origine indiana, assistita dall’avvocato Anna Casciarri.



La controversia, tuttavia, non si chiude qui, perché le due ragazzi seguiti da Piller Roner chiederanno un risarcimento in sede civile.



Il patteggiamento si è svolto ieri mattina davanti al giudice per l’udienza preliminare, chiudendo così una lunga controversia giudiziaria nata nell’ottobre 2010. I fatti si svolsero a Caralte dove un gruppo di giovani aveva organizzato una festicciola. Quella stessa sera, infastidito dai rumoni, Zandanel chiede l’intervento dei carabinieri. I militari arrivano, controllano, ma tutto risultava in regola. La rabbia, così, si sposta al giorno successivo quando alcuni dei giovani della sera prima si ritrovano nuovamente, nello stesso posto. Zandanel li riconosce e, dopo essersi armato con un manico d’ascia li raggiunge e li colpisce. Due di loro riportano ferite giudicate guaribili in otto giorni, mentre alla nipote, che voleva chiamare i carabinieri, riserva l’insulto razzista tentando così di dissuaderla.



Partono le querele e l’uomo viene indagato. Il processo inizia prima davanti al giudice di Pieve di Cadore, ma durante il procedimento si aggiunge l’aggravante dell’odio razziale e così il fascicolo torna in procura per essere aggiornato. Ieri la scelta di patteggiare, evitando così un processo.
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