Ale, il deejay dal cuore tenero:
aiuta bimbi con problemi

Giovedì 8 Gennaio 2015 di Lara Lago
Alessandro Lunardon
MAROSTICA (VICENZA) - Educatore di giorno a servizio, a scuola, dei bambini che lui definisce “speciali”, dj e produttore di notte, artefice di brani dance ballati nelle discoteche di tutto il mondo. E’ vero, non ci sono più i giovani di una volta: i ragazzi di qualche generazione fa infatti non avrebbero mai pensato di poter portare avanti una doppia vita dettata dalla passione, se non per i mezzi musicali ed elettronici che all’epoca dei nostri nonni ancora mancavano.



Alessandro Lunardon, 38enne di Marostica, conosciuto da tutti come Ale Flowers, rifugge gli stereotipi: tanto tatuato per essere un operatore sociosanitario, tanto votato al sociale per essere un dj. Ma l’abito non fa il monaco e il socio produttore marosticense eccelle in entrambi i campi.



Le due passioni, quella per la musica e quella per il sociale, sono cresciute non solo di pari passo ma anche assieme a lui, accompagnandolo fin da bambino. “Fin da piccolo ho provato interesse per i suoni elettronici - racconta Ale Flowers - . Passavo le ore a suonare un piccolo organetto elettrico Bontempi fantasticando di essere un famoso musicista: era uno dei miei giochi preferiti”. Sono i primi anni ’90 e Alessandro già muove i primi passi in veste di dj amatoriale: “Registravo il programma condotto da Albertino su Radio Deejay per poi suonare le cassette alle feste tra amici. Da qui l'acquisto della mia prima consolle seria, pagata a rate facendo volantinaggio per i supermercati”.



Poi arrivano le prime feste vere e di conseguenza le prime serate in discoteca. Ma negli stessi anni, finché si fa largo l’idea concreta di fare musica, il mondo del sociale chiama Alessandro a gran voce: “I miei genitori sono sempre stati molto attivi nel sociale, sia a livello di volontariato che lavorativo – racconta –. Per me quindi è stato naturale condividere le loro esperienze. Spesso mi portavano nei contesti dove si dedicavano agli altri: tante persone, emozioni, tutte esperienze intense. Di conseguenza uno dei miei desideri è sempre stato quello di lavorare nel sociale”.



Il desiderio diventa così una scelta professionale: “Dopo un periodo in fabbrica, dopo lo studio, gli esami e i tirocini nelle varie aree del sociale, alcuni anche molto difficili da elaborare psicologicamente, sono riuscito a concretizzare quello che per me era un sogno”. Oggi Alessandro lavora a scuola ed è un educatore: “Seguo i bambini speciali, come mi piace chiamarli. Sono i bambini con problemi comportamentali, difficoltà di apprendimento, autistici e disabili”.



Ma il chiodo fisso musicale resta e ormai avanza in modo autonomo: “Ho sempre avuto un’intensa passione per la produzione, riuscire a trasformare un'idea in musica, le mie emozioni in frequenze. Ho acquistato il primo sintetizzatore a 2 milioni e mezzo delle vecchie lire. Ho sperimentato, provato, ascoltato. Dopo i primi demo spediti alle etichette via posta, senza ottenere risposta, ho creato un mio progetto dal nome House Factory. Lo ammetto, ho fatto a botte con la frustrazione, poi lo spiraglio: è il 2007 quando, come per magia, una label si interessa ad una mia traccia”. “Groove Rider”, questo il nome del brano, avrà un buon successo negli Stati Uniti.



E’ il La, la prima nota della sua carriera da musicista. “Oggi le richieste dai locali non mancano, ma cerco di selezionare gli impegni per riuscire a tener fede alla mia doppia vita.” Lo spazio per la vita privata c’è e ne è garante la vita coniugale con il matrimonio celebrato l’anno scorso. Tempo libero invece è una locuzione sconosciuta ad Alessandro: “Per il momento, a volte con fatica e sacrificio, riesco a conciliare entrambe le mie due vite. Certo, non ho tempo per guardare la tv. Ah, adoro leggere. Ma ormai leggo solo in vacanza.”
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