Liste in Friuli/ Nel Pdl Stefanel rinuncia
ma arriva un paracadutato piemontese

Lunedì 21 Gennaio 2013 di Antonella Lanfrit
Renzo Tondo, presidente del Friuli Venezia Giulia
TRIESTE - Dopo il pressing del presidente Renzo Tondo, durato per tutta la giornata di ieri, il Pdl ha sbloccato le liste per il Friuli Venezia Giulia solo nella tarda serata di ieri. Con un'ampia rivisitazione dei nomi che sabato erano usciti dal vertice nazionale e che avevano provocato una bufera di reazioni negative a livello locale.



Ma ecco la "nuova" composizione delle liste scaturita dal lavorio del presidente e dall'impegno del coordinatore regionale Isidoro Gottardo, che alla fine della lunga giornata di contatti commenta: «Abbiamo lavorato per il bene del partito, al di là delle posizioni personali», tanto è vero che lui stesso non è in una posizione che gli garantisca la rielezione.



Alla Camera una rivoluzione: niente più posto da capolista per il consigliere regionale Massimo Blasoni, nome da sempre discusso nel partito nonostante la messe di preferenze che ottiene a ogni elezione regionale. Da potenziale capolista, l'imprenditore udinese Blasoni esce del tutto dalla lista per la Camera. Capolista sarà invece la triestina Sandra Savino, oggi assessore regionale alle Finanze, individuata proprio per valorizzare quanto fatto in questi anni sul piano finanziario per ridurre il debito della Regione e mantenere una "specialità" virtuosa. A seguire, numero 2 della lista, l'ex campionessa di sci e parlamentare uscente Manuela Di Centa, particolarmente vicina a Berlusconi, e al terzo posto Isidoro Gottardo, coordinatore regionale uscente, a giocarsi quello che sembra l'ultimo posto utile per il partito di Berlusconi in Friuli.



Al Senato invece Tondo non è riuscito a evitare l'intenzione del partito nazionale di piazzare il «forestiero». Ieri, infatti, dopo la rinuncia di Bepi Stefanel, che sabato sembrava dovesse prendere il primo posto nella competizione per Palazzo Madama, è spuntato il nome del piemontese Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. Un nome che in serata si dava come una certezza consolidata.



Il secondo posto nella lista del Senato viene coperto da Giulio Camber, il senatore triestino di lungo corso (ha già svolto sei mandati parlamentari): ha ottenuto la deroga nazionale ma è in una posizione in cui corre qualche rischio di non essere eletto. Ancor più difficile la corsa di Manlio Contento, il parlamentare pordenonese uscente di area ex An, collocato al terzo posto. Fuori del tutto dalla lista, invece, l'ex leghista Marco Pottino, un altro dei nomi che avevano destato "scandalo" all'interno del partito dopo le prime indicazioni giunte sabato da Roma.



Intanto ieri presso la Corte d'Appello sono state presentate 11 liste per il Senato e 10 per la Camera e la Lega ha svelato i suoi nomi: confermati i tre parlamentari uscenti, ma mentre è stato blindato il triestino Massimiliano Fedriga (capolista alla Camera) e virato al primo posto al Senato il deputato pordenonese Fulvio Follegot, è stato collocato in seconda posizione alla Camera (posto ad alto rischio) il senatore alla prima legislatura Mario Pittoni. Lui non commenta, ma la base friulana non l'ha presa bene.
Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 17:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA