Lega Nord, dopo il voto aria di resa dei
conti in Veneto tra "Bossiani" e "Tosiani"

Sabato 23 Febbraio 2013 di Paolo Francesconi
Flavio Tosi, Federico Caner, Umberto Bossi e Gian Paolo Gobbo (foto archivio)
VENEZIA - A muoversi non c’ solo Flavio Tosi, che alla vigilia del voto ha riunito a Verona duemila fedelissimi per gettare le basi di un nuovo movimento federalista, stile Csu bavarese che ispir Bisaglia e Bernini, per andare oltre la Lega cos come l’abbiamo finora conosciuta.




Se il segretario veneto del Carroccio sta portando avanti pubblicamente un suo progetto che guarda lontano e altrove, anche il fronte bossiano, sconfitto al congresso di giugno 2012, messo in ginocchio dall’esclusione di quasi tutti i suoi colonnelli e generali dalle liste per Camera e Senato, è in piena attività.



Subito dopo il voto ne vedremo delle belle. Da quando Tosi, a metà gennaio, ha timbrato le liste, sancendo la spaccatura definitiva nel partito, la vecchia maggioranza "lealista" ha deciso di provare a riprendersi il partito partendo da un punto: il disegno di Tosi, traghettare una fetta dell’elettorato, tenendo il marchio "Lega Nord" in una sorta di Dc a connotazione territoriale, anche a bassa visibilità nazionale, è indigeribile con il progetto autonomista, con la storia della Lega e della Liga. È semplicemente "un’altra roba", il partito va ricollegato alle sue radici. Da un mesetto un gruppo di colonnelli si ritrova periodicamente appena fuori Padova per mettere a punto strategia, organizzazione, struttura: ascolto dei militanti, raccordo con pezzi di quella classe dirigente cresciuta negli anni 2000, rete di collegamenti tra le province. Oggi, all’ora di pranzo, ad esempio, è prevista l’ultima di queste riunioni prima delle votazioni.



Alle precedenti si erano visti Gianpaolo Gobbo, Franco Manzato, Gianantonio Da Re, Gianpaolo Bottacin, Giovanni Furlanetto, Corrado Callegari, Roberto Marcato, Vittorino Cenci, Alessandro Montagnoli, Antonello Contiero. Incerta, anche perché quantomai delicata la presenza di Massimo Bitonci, avversario sì di Tosi al congresso, ma poi rilanciato come capolista al Senato e in buonissimi rapporti personali con Roberto Maroni. Intanto ieri a Belluno si è dimesso il vicesegretario provinciale, Danilo Bortoluzzi, tra i fondatori del Carroccio in zona, perché «è venuto meno il rapporto fiduciario» con il segretario tosiano Diego Vello. Chiamarli ancora "bossiani", forse non è neanche adeguato. Bossi, a sentire i loro discorsi, è quasi già superato. Non è il Senatur a coordinare l’operazione, e questo gruppo è determinato ad andare avanti con o senza di lui.



Cosa può accadere, allora? Intanto domani e lunedì si vota. Poi ci sono le amministrative di maggio, con in ballo i Comuni di Treviso e Vicenza. Ma il tema vero sono le Regionali del 2015. Il voto di domenica, però, darà la prima importante scrollata. Interpretando il genuino malumore di una parte dei militanti, un’ipotesi percorribile è che qualcuno dei colonnelli sia tentato di dirottare la sua influenza a favore di Indipendenza Veneta o Veneto Stato, presenti con proprie liste alle elezioni. Il messaggio sarebbe chiaro: far vedere che la voglia di indipendentismo è ancora viva e che una parte delle base non si riconosce più, platealmente, nella linea dell’attuale segreteria.



Se sarà andata davvero così, lo si capirà presto. In ogni caso l’esame del voto si annuncia al calor bianco. I "bossiani" attendono che sia il sindaco di Verona a fare la prima mossa. Si parla di espulsioni eccellenti in arrivo. Un campo di battaglia sarà la Regione Veneto dove non è peregrina l’ipotesi che possa andare in scena una riedizione, a parti invertite, di quanto accadde nel 1998 con l’operazione Comencini.



Il punto è cosa farà - adesso - Luca Zaia. Anche per il popolare governatore l’ora delle non facili scelte si sta avvicinando. A gennaio, quando scoppiò la rivolta tra i militanti sulle liste, Zaia impose la sordina alle polemiche («pancia a terra e lavorare»), rimandando la verifica con la segreteria a dopo il voto. Adesso cosa farà? Prenderà una posizione netta? Si schiererà con o contro Tosi che controlla il partito ed quindi in grado di designare il prossimo candidato governatore? Ha alternative Zaia? Una gatta da pelare non da poco anche per il capogruppo Federico Caner, vicepresidente federale, pur abile mediatore, cui rischia però di sfaldarsi il gruppo (19 consiglieri) in mano.



Le Comunali del 26-27 maggio finiranno giocoforza in questo vortice. Erano tradizionalmente l’occasione in cui la Lega si rilanciava. A Vicenza, il candidato del Carroccio è Manuela Dal Lago. A Treviso è tornato campo l’ex sindaco Giancarlo Gentilini, "invenzione" di Gobbo, ma da tempo "cavallo pazzo". Che succederà? Tosi appoggerrà la Dal Lago? O dirotterà su Variati, sperimentando subito il suo schema trasversale? A Treviso sbocceranno più liste? Le acque agitate non si calmeranno tanto presto.
Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 17:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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