L'oro e la vendetta, le quattro ragazze
del fioretto che nessuno riesce a battere

Venerdì 3 Agosto 2012 di Claudio De Min
Elisa Di Francisca, Arianna Errigo, Ilaria Salvatori e Valentina Vezzali
LONDRA - Era l’oro pi atteso, ed arrivato. Era una storia gi scritta ed un trionfo annunciato, certo, ma bellissima lo stesso. C’ chi adora le sorprese, ieri non sarebbero state gradite, c’era solo un’immensa voglia di straordinaria normalità. E che bellezza trovare sotto l’albero delle medaglie azzurre esattamente il regalo che aspettavamo. L’oro e la vendetta, perché quella semifinale persa quattro anni fa a Pechino proprio contro le russe bruciava ancora, da ieri un po’ meno.



Eh già, la storia siamo noi, sono loro, come sempre. Quattro anni fa avevano facce e storie diverse, si chiamavano Giovanna e Margherita, più la solita Valentina, lei c’è sempre, da ieri l’atleta azzurra in assoluto con più medaglie. Qui, adesso, ecco Elisa ed Arianna assieme alla Vezzali, ma la missione era la stessa: portare acqua – e medaglie – al mulino azzurro. Loro, le ragazze del fioretto, la scuola che si perpetua, il giacimento che non si esaurisce, quelle che non tradiscono, alle quali puoi chiedere tutto, e se la medaglia è di bronzo, come a Pechino, non va neanche troppo bene. Dal 1984 non scendiamo mai dal podio: e questo dice tutto.



Per dire: sono salito all’ExCel, al mattino, quando tutto è cominciato con una passeggiata contro la Gran Bretagna (42-14), assieme a Patrizio Oliva, la leggenda del pugilato azzurro, perché qui fra molte altre cose, si fa anche a pugni, e lui non aveva dubbi: «Queste l’oro lo vincono facile, fanno 45-0 con tutti, e se non lo vincono le mandiamo un po’ sul ring, per punizione». Non ce n’è stato bisogno.



Del resto loro sono di un altro pianeta, arrivano da un altro mondo. Avevano fatto piazza pulita delle medaglie nel torneo individuale e ieri hanno spazzolato le avversarie, atterrando in finale leggere, senza fatica, anche la Francia è finita a pezzi, non ha vinto una sola delle nove sfide, è stata sempre lontana (e il 45-22 finale in 55 minuti spiega tutto).



Perchè loro sono più forti anche della rivalità che le divide, della quale non fanno mistero, perché si scannano una contro l’altra, poi si rimettono assieme, e inventano persino una danza per divertirsi e stupire e farsi amico il dio delle lame. Hai voglia studiarle, provare a capirle, tutto inutile. Le signore del fioretto hanno sorrisi ed età diverse e in crescendo (24, 30, 38), sono poco più che ragazze o persino mamme, sono proprio diverse ma messe una accanto all’altra sono una cosa sola, un blocco di cemento, un muro di gomma contro il quale le avversarie sbattono e rimbalzano, un labirinto dove il resto del mondo si smarrisce.



Anche le russe: «Sono quelle che temiamo di più, ci studiano da quattro anni, cercano di capire come possono batterci, ma non abbiamo paura, siamo le più forti» aveva detto la Errigo il giorno prima. Parole sante. Certo, non è stato il 45-0 che immaginava Oliva, ma è stato quasi facile, se si può dire così di una finale, un’altra prova di forza e talento, senza tentennamenti, tutta coraggio e sfrontatezza: in due parole, una lezione.



Il primo allungo è stato di Valentina, il secondo di Arianna, poi Elisa ha scavato il fossato per il più 9. Abbiamo vinto tutti i duelli, siamo schizzati a più 20, poi le russe hanno respirato un po’ quando Cerioni ha regalato un po’ di luce anche alla Salvatori, sono risalite a meno 13, ma Di Francisca ha rimesso le cose a posto e Valentina, proprio lei, ha chiuso il conto, ci ha messo un po’, veramente, ma alla fine (45-31) l’urlo è arrivato. Poi le ragazze hanno ballato e si abbracciavano, in tribuna sventolavano i tricolori, e uno lo hanno portato anche in pedana, un lembo a testa. Poi il podio, l’inno, l’orgoglio.



Così, l’esordiente Di Francisca torna a casa con due medaglie d’oro, l’esordiente Errigo con un oro e un argento, "la vecchia" Vezzali (pare la chiamino così, le altre due, con la strafottenza tipica dei giovani, convinti di non invecchiare mai) con un oro e un bronzo, ma l’oro di ieri, il sesto in cinque olimpiadi, spinge la vecchia nel paradiso dei più grandi di sempre e queste tre donne molto italiane nella storia, per sempre.
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