BASSANO – Un trasloco da poco più di 30 mila euro. È quello del giudice di pace di Bassano che verrà trasferito entro la fine di settembre dalla sede di largo Parolini a palazzo Antonibon (ex tribunale in via Marinali). Uno spostamento affidato dalla Giunta comunale alla Sis spa, società a capitale interamente pubblico e a partecipazione maggioritaria del Comune, per una gestione, quindi, completamente "in house".
«Riteniamo che la Sis possieda tutte le carte in regola per effettuare al meglio questo trasloco. L'ormai ex sede di largo Parolini - spiega l'assessore Angelo Vernillo - è di proprietà di due società, una delle quali in fase di fallimento. Con lo spostamento risparmieremo i 100 mila euro di affitto annuali e andremo a chiedere al Ministero della Giustizia il ristoro delle spese di trasloco sostenute. Per noi - conclude - tale trasferimento è un segnale importante nel senso del contenimento delle spese di giustizia e della riqualificazione di via Marinali».
Punto fermo è il non coinvolgimento della nuovissima struttura in via Marinali in tutta l'operazione. L'edificio ancora "avvolto nel cellophane", infatti, rimane chiuso e inutilizzato, nella speranza di aprire i battenti con la realizzazione del tribunale della Pedemontana sul destino del quale, tuttavia, da Roma ancora tutto tace.
Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 01:10
© RIPRODUZIONE RISERVATA «Riteniamo che la Sis possieda tutte le carte in regola per effettuare al meglio questo trasloco. L'ormai ex sede di largo Parolini - spiega l'assessore Angelo Vernillo - è di proprietà di due società, una delle quali in fase di fallimento. Con lo spostamento risparmieremo i 100 mila euro di affitto annuali e andremo a chiedere al Ministero della Giustizia il ristoro delle spese di trasloco sostenute. Per noi - conclude - tale trasferimento è un segnale importante nel senso del contenimento delle spese di giustizia e della riqualificazione di via Marinali».
Punto fermo è il non coinvolgimento della nuovissima struttura in via Marinali in tutta l'operazione. L'edificio ancora "avvolto nel cellophane", infatti, rimane chiuso e inutilizzato, nella speranza di aprire i battenti con la realizzazione del tribunale della Pedemontana sul destino del quale, tuttavia, da Roma ancora tutto tace.
