«Disoccupato e discriminato, Renzi
perchè a noi neppure gli 80 euro?»

Domenica 7 Dicembre 2014 di Lauredana Marsiglia
«Disoccupato e discriminato, Renzi perchè a noi neppure gli 80 euro?»
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BELLUNO - Da due anni è senza lavoro. E senza un sussidio. «Sto vivendo di carità cristiana» afferma con estrema dignità. Residente in città, 56 anni, ex impiegato di sesto livello in una grossa azienda di Limana, Paolo, lo chiameremo con un nome di fantasia, rompe il cerchio di un’amarezza da troppo tempo confinata nell’intimo e, carta e penna, scrive una lettera al giornale rivolgendo alcune domande al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e al Ministro delle pari opportunità. Probabilmente non avrà mai risposta, ma lui ci prova lo stesso ad esternare un sentimento che, con buona probabilità, serpeggia con sempre maggiore insistenza tra chi è costretto a fare i salti mortali per mettere insieme una vita onesta e dignitosa, vivendo con sofferenza ingiustificate disparità sociali.



«Gli 80 euro dati a molti, ma non ai disoccupati: noi non ne abbiamo necessità? La social card estesa anche agli extracomunitari: noi disoccupati non ne abbiamo bisogno? Leggo poi, sui quotidiani, una trieste notizia: un bengalese assassinato da un tunisino. Preso atto dell’abominevole gesto, qualcuno mi spiega perchè l’Inail pagherà alla famiglia del deceduto 2000 euro al mese? Con tutti il rispetto, perché? Ci rendiamo conto che questi difformi modi di agire creano una pericolosa tensione sociale della quale si hanno già le prime avvisaglie? Sorge il dubbio che esista una precisa volontà in tal senso. Mi piacerebbe sentire la risposta del presidente del Consiglio e del Ministro per le pari opportunità. Ma soprattutto - scrive Paolo - gradire qualche parere di comuni cittadini come me».



Trovare un nuovo lavoro appare ormai un’impresa difficile. «Mi sto dando da fare - spiega -, anche attraverso corsi di riqualificazione. Ho alle spalle 33 anni di lavoro, ma da 2 sono inattivo. Pur soffrendo di piccoli acciacchi dovuti all’età sono disponibile a svolgere qualsiasi lavoro, anche se fisicamente logorante. Non mi sembra, proclami a parte, si stia facendo fronte all’emergenza occupazione. Quanto meno non con l’urgenza che questo problema reclama. Discussioni fratricide in seno alla maggioranza e l’aperto contrasto con i sindacati non fanno ben sperare in una soluzione».

La condizione di Paolo, purtroppo, è diventa un drammatico denominatore comune non solo tra i giovani ma anche tra chi ha superato i 50. Arriverà una risposta?
Ultimo aggiornamento: 14:18