Bryan Johnson, la routine del milionario che vuole vivere per sempre: trasfusioni, 111 pillole al giorno, dieta e fitness

L'obiettivo finale del suo investimento è consegnare il corpo a un algoritmo che renda la morte un optional

Martedì 3 Ottobre 2023
Bryan Johnson, il tycoon che vuole vivere per sempre: trasfusioni, 111 pillole al giorno, dieta e fitness

Fino a poco tempo fa il miliardario californiano Bryan Johnson pagava centinaia di migliaia di dollari per una trasfusione mensile di un litro di sangue di Talmage, il figlio teen-ager.

L'obiettivo: sfidare la morte o quanto meno allontanarne il più possibile lo spettro. Johnson ha 46 anni ma, a suo dire, grazie a un feroce regime di dieta, fitness e un cocktail di 111 pillole ogni giorno, ha il cuore di un uomo di 37, livelli atletici di un diciottenne e di infiammazione sotto a quelli di un bambino di 10 anni.

La sua odissea, alla ricerca della vita eterna, è al centro di un servizio di Time e del podcast The Immortals su Spotify: tra gli altri aspiranti immortali ci sono Jeff Bezos di Amazon, che ha investito sulla startup Altos Labs impegnata sul ringiovanimento delle cellule, e il fondatore di PayPal Peter Thiel e la sua Methuselah una no profit che punta a fare dei 90 i nuovi 50.

L'obiettivo di vivere per sempre

Johnson pensa che ogni azione che accelera l'invecchiamento - mangiare un biscotto o dormire meno di otto ore per notte - sia un «atto di violenza» contro se stessi. Per contenere il quale, dopo aver per anni ceduto a una vita di eccessi, il tycoon della Silicon Valley ha assoldato un team medico di trenta persone che lo stanno aiutando a rallentare l'inesorabile accumularsi dei danni dell'età. Oggi, afferma, per ogni anno di 365 giorni, lui ne invecchia 277. Il progetto si chiama Blueprint.

L'interesse c'è: prima di liquidare come bizzarrie sforzi come quelli con cui Johnson spende i milioni di dollari guadagnati con la piattaforma di condivisione di contanti Venmo, vale riflettere sul successo di programmi come Secrets to the Blue Zones di Netflix che suggerisce 12 buone pratiche per aggiungere anni alla propria vita usate da centenari in Sardegna, Okinawa in Giappone, Ikaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e Loma Linda in California. Su YouTube Johnson spiega la genesi del progetto: «Ogni sera perdevo il controllo mangiando e bevendo in eccesso per lo stress della vita quotidiana. Tre figli, una startup, la depressione, era troppo e non riuscivo a controllare i danni che facevo a me stesso». Così Bryan ha «licenziato l'altro Bryan che ogni sera prendeva il controllo». Oggi, a suo avviso, «un futuro in cui non accetteremo come norma il farsi del male dovrebbe essere uno degli obiettivi più importanti del 21esimo secolo».

La routine di Bryan Johnson

E dunque, sveglia 4:30, nanna alle 20:30, 1970 calorie giornaliere consumate prima delle 11 ogni mattina in ossequio a una versione estrema dell'intermitting fasting. Johnson non è il solo ultra-ricco del tech che cerca di annullare gli effetti del tempo sul proprio corpo ma non si accontenta di stare in forma o mantenere un buon tono muscolare: l'obiettivo finale del suo investimento è consegnare il corpo a un algoritmo che renda la morte un optional.  Una prospettiva ingenua per molti addetti ai lavori: «La morte non è un optional, è scritta nei nostri geni», afferma Pinchas Cohen, della Leonard Davis School of Gerontology alla University of Southern California, secondo cui, tuttavia, vivere più a lungo è comunque possibile: nel ventesimo secolo la durata media della vita è aumentata da circa 50 anni a oltre ottanta.

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