«Potresti essere un maniaco omicida». E lui: «C'è sempre questa possibilità». Uno sketch sui social, come se ne vedono tantissimi tra i giovani: ci si diverte a doppiare frasi di film o serie tv cult come se si fosse l'attore protagonista. Stavolta però il protagonista del video è Sandro Di Carlo, ragazzo di 26 anni arrestato per l'omicidio a Cassino di sabato. Figlio di un noto imprenditore del settore edile, è stato incastrato da una traccia lasciata nella casa del delitto e da alcune telefonate fatte alla vittima per prendere un appuntamento. La donna, Pena Santana Yirel Natividad, una donna di origini domenicane, è stata uccisa sabato in provincia di Frosinone in via Pascoli. La svolta intorno alle una di oggi, 29 maggio, al termine di un lungo lavoro iniziato nel tardo pomeriggio da personale della squadra mobile e del commissariato di Cassino.
L'accusato è figlio di un noto imprenditore
Si tratta del figlio di un imprenditore, molto noto in città. Gli agenti sarebbero alla ricerca anche di un suo operaio, che al momento non è stato ancora individuato, e che, probabilmente, potrebbe essere il complice dell’omicida.
I video sui social
Sui social Sandro Di Carlo postava foto insieme agli amici e dal posto di lavoro.
Tradito da un'impronta con il sangue
L'assassino ha firmato il delitto: lasciando un'impronta digitale intrisa di sangue sul luogo del massacro. Quell'impronta era già negli archivi della Polizia di Stato. Gli investigatori sono arrivati così a Sandro Di Carlo. Il giovane è stato fermato a Roccasecca, sull'autobus di linea con il quale stava rientrando da Roma. Gli investigatori lo monitoravano già da ore, seguendo passo dopo passo i suoi spostamenti. Una volta arrivato allo scalo ferroviario 4 pattuglie hanno circondato il bus e catturato il sospettato. Poi hanno raggiunto la casa dove abita nella località San Lorenzo alla periferia di Cassino, a poca distanza dalla caserma dell'80 Reggimento dell'Esercito. È una pertinenza della villa in cui abitano i genitori. Gli uomini del dottor Flavio Genovesi e della dottoressa Silvana Maffei sono arrivati a lui seguendo le tracce lasciate sul luogo del delitto.
Omicidio a Cassino, donna strangolata prima delle coltellate. La svolta nella notte
Le tracce sul luogo del delitto
Molte tracce: soprattutto quelle nel bagno dove l'assassino si è lavato con cura il sangue che aveva addosso; poi ha cercato di pulire tutto ma ad un certo punto ha desistito, lasciando molti reperti che sono stati acquisiti dagli inquirenti e che sono stati inviati ai laboratori per le analisi del dna. Ma anche tracce informatiche legate al traffico telefonico ed impronte digitali. «C'è stato un importante lavoro di polizia scientifica» ha sottolineato il questore Domenico Condello questa mattina, nel corso di una conferenza stampa. Inutili invece le telecamere, come evidenziato dal capo della Squadra Mobile Flavio Genovesi. Nel tardo pomeriggio di domenica gli investigatori hanno fornito una serie di indizi chiari e concordanti al sostituto procuratore Maria Beatrice Siravo: soprattutto quell'impronta digitale intrisa di sangue lasciata in camera da letto vicino al corpo della vittima. Un'impronta già censita per precedenti di violenza fisica. Il magistrato ha disposto il fermo del 26enne con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Nel pomeriggio di domani intanto il medico legale Fabio De Giorgio, che sabato ha effettuato l'esame esterno della salma, effettuerà l'autopsia, con cui stabilire l'ora precisa del delitto: per il momento l'ora è fissata alla notte tra venerdì e sabato; le coltellate accertate sono quattro e quella mortale è stata alla gola, colpita in profondità. Il medico dovrà dire se il decesso sia avvenuto per dissanguamento come lascia presupporre quella ferita; se ci sia stato un tentativo di strangolamento, come lascia intuire il segno viola intorno al collo.
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