Frosinone, diagnosi in ritardo: diventa invalido. Medico a processo

Giovedì 21 Settembre 2023 di Marina Mingarelli
Frosinone, diagnosi in ritardo: diventa invalido. Medico a processo

 

A causa di una encefalite non diagnosticata per tempo dai medici dell'ospedale di Frosinone, un uomo di 46 anni è rimasto invalido al cento per cento e costretto sulla sedie a rotelle. A seguito della denuncia presentata dai familiari uno dei medici che lo stava monitorando è finito sotto processo. Ma la questione sembra essere ancora più complicata di quanto sembri. L'avvocato di fiducia del 46enne Maurizio Muffato ha fatto scattare altre nove denunce, perchè nella ella cartella clinica mancherebbe un allegato molto importante.

I FATTI

I fatti risalgono all'11 febbraio del 2019 quando l'uomo viene accompagnato dal padre presso il pronto soccorso a causa di una astenia che non gli permetteva di reggersi sulle gambe. A questo da aggiungere che il paziente, febbricitante, era entrato nel nosocomio in codice giallo. Ma successivamente il quadro clinico era peggiorato. I genitori che avevano stazionato tutta la notte in astanteria intorno alle 6.30 riescono ed a intrufolarsi nella sala rossa dove si trovava il figlio. E proprio la madre trova il ragazzo adagiato su una lettiga in stato di incoscienza con della schiuma bianca che fuoriusciva dalla sua bocca. L'ultima visita, secondo quanto è stato scritto nella cartella clinica, era stata effettuata soltanto 12 ore prima. In tutto quel lasso di tempo nessuno aveva visitato il paziente. Anzi, il ragazzo che si trovava nella sala rossa, e dunque in pericolo di vita, veniva invitato e contattare il proprio medico curante per approfonditi accertamenti.

LA COMMISSIONE

E veniamo al 26 febbraio del 2019 quando l'uomo dall'ospedale "Spaziani" era stato trasferito presso la casa di cura San Raffaele di Cassino per essere sottoposto a riabilitazione motoria a causa di una encefalite che gli ha comportato problemi di deambulazione.
La Commissione medico legale Inps di Frosinone ha accertato che il 46enne non è in grado di compiere gli atti quotidiani a causa degli esiti di encefalo mielite e polmonite da "Mycopasma pneumoniae". La ritardata diagnosi e le ritardate cure mediche avrebbero causato la paraplegia nel paziente che è costretto a vivere sulla carrozzina. Le indagini che sono seguite a causa della denuncia presentata dall'avvocato di fiducia dei familiari del disabili, uno dei medici che si trovava in servizio quella sera è stata rinviata a giudizio per l'ipotesi di reato di lesioni colpose. La dottoressa è accusata di imperizia, negligenza per non aver tempestivamente diagnosticato la grave patologia del paziente causandogli una invalidità permanente. L'udienza è stata fissata per il prossimo 25 settembre. Ma come già accennato l'avvocato Muffato ha fatto scattare altre nove denunce in quanto ci sarebbero altre persone tra medici e paramedici, coinvolte in questa vicenda di malasanità. Indagini approfondite si stanno ancora svolgendo per cercare di scoprire chi e perché possa aver sottratto un allegato dalla cartella clinica.

Ultimo aggiornamento: 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA