Neonato morto, una super perizia per la verità.
LA RICOSTRUZIONE
Erano stati proprio i parenti del piccolo a presentare denuncia dopo il decesso, con la quale è stato chiesto ogni accertamento utile per capire l'intera dinamica della tragedia.La vicenda che riguarda il piccolo risale al 2020, quando la madre, dopo il normale periodo di gestazione, si reca in ospedale a Sora e il 18 aprile, mette al mondo il bambino. Sin da subito, però, il neonato mostra gravi problemi respiratori tanto da farne disporre, dopo alcune ore di degenza al nido del nosocomio sorano, l'immediato trasferimento presso il Policlinico Umberto Primo di Roma. Qui dopo diverse settimane di ricovero, il 19 giugno 2020, improvvisamente, il piccolo muore. La causa del decesso, stando alle ipotesi del sostituto procuratore Marina Marra che ha coordinato le indagini, parla di «lesioni alla nascita, ischemia, insufficienza respiratoria e convulsioni, fino alla morte improvvisa». I medici e gli altri sanitari, nel dettaglio, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero ritardato i tempi del parto. Tant'è che le indagini si sono svolte proprio su questo aspetto, vale a dire la tempistica del parto e i tracciati eseguiti per monitorare il feto. Ma ora c'è da inquadrare le presunte responsabilità dei singoli sanitari coinvolti. Nutrito il pool di difesa degli imputati nel quale compiano gli avvocati Paolo D'Arpino, Renato Rea, Pietro Pomanti, Simone Galluccio, Riccardo Lutrario, Francesco Germani, Federica Lancia e Augusto Casinelli.