​Vaccino per il Coronavirus, allarme dell'Fbi: «La Cina vuole rubarlo»

Martedì 12 Maggio 2020 di Flavio Pompetti
Vaccino per il Coronavirus, allarme dell'Fbi: «La Cina vuole rubarlo»

 Il dipartimento della Homeland Security di Washington sta per formalizzare l'accusa contro la Cina dopo le inchieste dell'Fbi. Nelle ultime settimane hackers al servizio del partito del popolo avrebbero attaccato i siti dei laboratori e degli ospedali statunitensi che lavorano alla realizzazione di un vaccino contro il coronavirus. Nel mirino dei pirati cibernetici non c'è solo la proprietà intellettuale dei vaccini, l'obiettivo è anche seminare scontento tra la popolazione degli Usa, diffondendo notizie false sull'andamento della campagna di contenimento e sui dati del contagio. Nei giorni scorsi il segretario ad interim del ministero Chad Wolf ha alzato il tiro, attribuendo al governo cinese la paternità delle manipolazioni. Non si è ancora spenta l'eco della precedente accusa, quella sostenuta una settimana fa da Trump e dal suo segretario di Stato Mike Pompeo, secondo la quale il virus è stato creato in un laboratorio di virologia di Wuhan, e poi portato all'esterno accidentalmente da uno degli addetti alla ricerca. In questo caso Pompeo ha dovuto fare una parziale retromarcia di fronte all'obiezione condivisa dalle autorità scientifiche di tutto il mondo, che puntano su una natura animale del Covid 19, trasmigrata poi sugli umani. Il segretario di Stato ha finito per ammettere che l'origine è in «prossimità» del laboratorio, ma non entro le sue mura.

IL BERSAGLIO
La pirateria cibernetica è l'aspetto più recente della costante frizione tra le intelligence internazionali. L'epidemia da coronavirus l'ha esasperata, perché ha affiancato all'usuale bersaglio politico-industriale una componente di possibile guadagno criminale, per chi riuscirà a bruciare i tempi e a produrre un vaccino prima degli altri. Il laboratorio della Gilead nel quale si sta studiando un rapido aumento della produzione del Remdesivir, il primo farmaco a ricevere l'autorizzazione dell'Fda per il trattamento del virus, è stato attaccato la scorsa settimana da hackers ai quali l'Fbi attribuisce affiliazione all'Iran. Oltre al regime degli ayatollah e alla Cina, sono attivi in questo momento anche i pirati nord coreani e quelli russi. Gli Usa non sono l'unico paese sotto attacco: la Corea del Sud ha lamentato interferenze nel sistema di comunicazione del suo ministero della Sanità, da parte di agenti stranieri che cercavano di carpire i segreti del sistema di risposta all'epidemia che è stato applicato con tanto successo nel paese del sud est asiatico.

L'AVANZATA COMMERCIALE
Washington al momento è più interessata a puntare il dito sui cinesi. La diplomazia soffice di Pechino, con gli aiuti ai paesi occidentali affetti dall'epidemia, ha infastidito l'amministrazione Trump, che prima dello scoppio del contagio stava cercando di respingere l'avanzata commerciale e strategica della rivale in Europa. Trump negli ultimi giorni ha promesso una denuncia delle responsabilità della Cina nella diffusione del Covid 19, con una chiamata di correità per l'Oms, colpevole di aver coperto secondo il presidente degli Usa i ritardi e le menzogne del governo di Pechino.

IL CONTAGIO
Trump si trova sempre più isolato dai suoi collaboratori di rango alla Casa Bianca ad affrontare la crisi sanitaria, con il numero dei casi in ascesa negli stati che hanno iniziato a riaprire le attività economiche e sociali. Il contagio è entrato nelle mura della residenza presidenziale, ha colpito assistenti e sfiorato figure di vertice come Mike Pence. In serata ieri sera il presidente si preparava ad affrontare in pubblico i sospetti che nutre contro la Cina, con un discorso dalla sala stampa. Il Comando cibernetico della National Security alle sue spalle aspetta solo l'ordine di agire per una rappresaglia.
Flavio Pompetti

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