Più flessibilità per chi fa riforme. Via
libera a Juncker alla Commissione

Sabato 28 Giugno 2014 di David Carretta
Più flessibilità per chi fa riforme. Via libera a Juncker alla Commissione

BRUXELLES - Pi flessibilit per chi fa le riforme, nuovi strumenti finanziari per gli investimenti, misure per proteggere i cittadini e una migliore gestione dell'immigrazione: i leader dell'Unione Europea ieri hanno adottato l'agenda strategica per i prossimi cinque anni, che accompagna la designazione di Jean-Claude Juncker alla presidenza della Commissione. Per la prima volta nella storia, i capi di Stato e di governo sono stati costretti a ricorrere a un voto per formalizzare la candidatura dell'ex premier lussemburghese. Il premier britannico, David Cameron, e il primo ministro ungherese, Viktor Orban, hanno confermato la loro opposizione a Juncker. Ma, per evitare una rottura con il Regno Unito, l'agenda strategica riconosce la possibilità di un'Europa a due velocità. «Nella nostra Unione, esistono diversi gradi di cooperazione e integrazione», recita il documento. «E' vero che Cameron è in una posizione politica delicata in patria e che ha evocato il rischio che la Gran Bretagna si allontani ulteriormente dall'UE» dopo la nomina di Juncker, ha spiegato la cancelliera tedesca, Angela Merkel. «Ho dato il mio accordo affinché l'Ue possa evolvere a velocità diverse. Un'Unione più stretta non significa la stessa velocità per tutti».

LA TRATTATIVA NOTTURNA

Merkel è stata protagonista del braccio di ferro con il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sulla flessibilità. Le regole rimangono le stesse, ma l'agenda strategica prevede di «usare al meglio» la flessibilità contenuta nel Patto di Stabilità. Il compromesso è stato strappato nella notte tra ieri e giovedì nelle trattative tra gli sherpa delle capitali. La bozza che i leader si erano trovati sul tavolo all'inizio del Vertice prevedeva di fare solo «buon uso» della flessibilità. L'apertura della Germania è chiara, in particolare nei confronti del governo italiano: ci sarà un'interpretazione «paese per paese» e «sarà la Commissione a decidere», ha detto la cancelleria. Sottolineando la «differenza» tra Italia e Francia – Parigi non riuscirà a rientrare sotto il 3% di deficit malgrado un rinvio di due anni ottenuto nel 2013 – Merkel ha evocato per i paesi fuori dalla procedura per deficit eccessivo la possibilità di escludere dal calcolo del deficit strutturale «i progetti cofinanziati dall'UE». E' «il classico caso di miglior uso della flessibilità», ha detto Merkel.

Nel conclusioni del Consiglio Europeo – il documento che viene tradizionalmente adottato al termine dei Vertici, di minor peso rispetto all'agenda strategica – i leader hanno concordato di «utilizzare le possibilità offerte dall'attuale quadro di bilancio per compensare la disciplina con la necessità di sostenere la crescita». L'obiettivo è un «consolidamento favorevole alla crescita», che sia «differenziato» tra i diversi paesi e con una «particolare attenzione alle riforme strutturali» anche attraverso una «valutazione appropriata nel loro impatto». Un'ampia sezione dell'agenda strategica è invece dedicata agli investimenti nei settori dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni, con la possibilità di «usare e sviluppare strumenti finanziari» per le risorse da destinare alle infrastrutture.

QUATTRO PRIORITÀ

Oltre al rilancio della crescita, la Commissione che sarà presieduta da Juncker dovrà concentrarsi su altre quattro priorità, secondo i leader: proteggere i cittadini (in particolare con la lotta alla disoccupazione giovanile), costruire un'unione dell'energia, rafforzare lo spazio di libertà, giustizia e sicurezza (con una gestione rafforzata delle frontiere esterne sull'immigrazione) e fare dell'UE un «forte attore globale». Le nuove sfide rappresentate da una Russia più aggressiva a Est e dalle molteplici crisi in Medio Oriente a Sud sono uno dei dossier più controversi. I leader ieri sono riusciti a trovare un accordo per inviare alla Russia un ultimatum per porre fine alla crisi ucraina: se entro lunedì non accetterà di negoziare il piano di pace del presidente ucraino, Petro Poroshenko, l'Ue potrebbe adottare ampie sanzioni economiche e commerciali.

Ultimo aggiornamento: 21:52

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