Le conseguenze del conflitto si abbattono sulla popolazione in Ucraina. I profughi. In Italia numerosi sindaci si dicono pronti ad accoglierli. «Decine di primi cittadini della Lega offrono piena collaborazione e ad accogliere gli ucraini in fuga», rende noto il Carroccio in una nota. Intanto trecentomila civili sono in movimento, scappano dalle mitragliatrici, dalle bombe. Gli uomini sono stati cooptati per combattere l'esercito russo mentre donne, anziani e bambini cercano rifugio. Centocinquantamila si spostano all'interno del Paese verso zone più sicure, a casa di parenti, amici. L'altra metà tenta di abbandonare l'Ucraina premendo sui confini soprattutto con quelli della Polonia e della Moldavia.
Ucraina, diretta. Bombe su Kiev, esplosione nel centro di Kharkiv. Combattimenti a Rivne e Lutsk
I dati
Ci sono file di automobili, anche di venti chilometri, che premono alla frontiera con la Polonia, 50mila persone in tutto sino a venerdì. Lo stesso giorno al confine con la Moldavia si contavano 17mila ucraini, 11mila in direzione della Romania 7mila dal Donbass verso la Russia e 5mila verso la Slovacchia. Una condizione critica su cui l'Unhcr sta intervenendo per accogliere questa massa disperata, in sostegno anche ai Pesi confinanti dell'Ucraina. Anche per questo l'agenzia Onu per i rifugiati ha aperto una campagna di donazione (dona.unhcr.it/campagna/emergenza-ucraina).
La fuga
Kiev, Odessa, Mariupol, Kharkiv: centinaia di migliaia sono le persone in fuga dalle città in guerra, minacciate dalle bombe e dai carri armati russi. Un esodo di massa in automobile, in treno, ma anche a piedi, per tentare di varcare il lungo confine occidentale, con le stazioni ferroviarie prese d'assalto e le principali arterie stradali intasate dal traffico. L'immagine simbolo di questa disperata diaspora è la coda di oltre 15 chilometri per entrare in Romania passando dal valico di frontiera di Porubne-Siret. Ma la situazione non è diversa altrove. Il governo di Bucarest, come accade nei Paesi vicini, ha adottato per ora la politica delle porte aperte, accogliendo tutti indistintamente. Ma nell'est europeo è già emergenza rifugiati, con l'Unione europea chiamata a gestire quella che rischia di divenire una crisi umanitaria.
Controesodo
I testimoni alle frontiere ucraine parlano di scene drammatiche e di disperazione, con molte famiglie che si separano proprio al confine: accompagnati i propri cari sono molti gli uomini e le donne che tornano indietro per combattere, aderendo all'appello alla cittadinanza lanciato dal governo: armarsi e resistere in tutti i modi e con tutte le forze all'invasore. E in una sorta di controesodo sono migliaia gli ucraini che dalla Polonia e da altri Stati vicini decidono di tornare nel loro Paese per unirsi ai combattimenti contro le forze russe, arruolandosi volontariamente. Chi invece arriva al confine, è accolto dalla popolazione, come accaduto in Romania, dove i cittadini hanno messo a disposizione viveri e anche le loro case per ospitare i rifugiati.
Grande è l'attesa per il consiglio straordinario dei ministri degli affari interni della Ue in programma nelle prossime ore a Bruxelles. All'ordine del giorno proprio l'emergenza umanitaria, per rispondere all'appello già partito dalle capitali del fianco orientale dell'Unione europea che presto potrebbero non essere più in grado di sostenere l'onda d'urto dei profughi in arrivo. Dietro le quinte si lavora a un piano comunitario per stabilire come ripartire tra gli Stati dell'Unione gli ucraini in fuga e per stanziare le risorse necessarie per l'accoglienza. Il tutto sulla base del principio di massima solidarietà confermato da tutti i capi di stato e di governo della Ue nel corso dell'ultimo vertice straordinario.
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