Fragili come foglie, avvolti nelle coperte che in tempi di guerra sostituiscono le incubatrici. A Dnipro, nella zona est dell’Ucraina, un rifugio antiaereo è diventato una terapia intensiva per neonati.
Ucraina, bimba nasce nella metro sotto le bombe. «È il miracolo di Kiev, dovremmo chiamarla Libertà»
L’ESPLOSIVO
È difficile spiegare la guerra ai bambini, raccontare dei giocattoli che nascondono esplosivo lanciati dagli aerei russi. Succede nella regione di Sumy, nel nord est, come denunciato su Twitter dalla Verchovna Rada, il parlamento ucraino: «Gli aerei russi disperdono giocattoli per bambini, telefoni cellulari e oggetti di valore pieni di esplosivo». Uscire di casa non per andare a scuola, ma per fuggire dalle bombe. Salutare genitori e fratelli che vanno a combattere. Le sirene che suonano a cadenza di qualche ora, le corse nei bunker, le urla e le esplosioni che sventrano i palazzi. Che uccidono.
A Leopoli, nell’Ucraina occidentale, dove le stazioni sono state prese d’assalto dai cittadini in fuga, Roman Kizyma ha deciso di restare. È il responsabile del reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale, referente della onlus Soleterre, e descrive le giornate dei piccoli pazienti che non possono essere trasportati in una zona più sicura: le loro condizioni non lo permettono. Raccontare la guerra ai bimbi è impossibile. «I più piccoli restano calmi, non capiscono. Quando ogni tre ore suonano le sirene e dobbiamo fuggire nei rifugi pensano che si tratti di un gioco. Diciamo loro che si tratta di un gioco». Con gli occhi dei bambini “La vita è bella” anche racchiusi nei bunker, abbracciati. «Non facciamo vedere le notizie in tv, leggiamo, abbiamo una play station. Quando si sentono i missili diciamo alle mamme di stare calme, di non piangere». Ma il cuore è gonfio di paura. Il terrore che travolge chi ha qualche anno in più e riesce a comprendere: «I più grandi sono nervosi, piangono. Diciamo loro che l’Ucraina è forte, che non si arrende». Roman è anche un papà: ha tre figli, di 1, 3 e 14 anni, «li ho mandati nelle montagne, nascosti nei boschi». Le città sono sotto attacco, e ogni volta che i bimbi malati devono essere trasferiti nei rifugi diventa più difficile spostarli, mentre i medicinali iniziano a scarseggiare: «Presto non riusciremo più a garantire le cure». Nel bunker dell’Istituto del cancro di Kiev, Soleterre ha portato i 15 casi più gravi che non possono assolutamente interrompere le terapie.
I NUOVI NATI
Nella capitale una stazione della metropolitana è diventata un rifugio antiaereo improvvisato, dove una bimba è nata due notti fa tra gli echi delle esplosioni: la piccola Mia, ribattezzata sui social “Libertà”. Un altro bambino ha visto per la prima volta la sua mamma in un bunker allestito alla meglio: nel seminterrato di un ospedale di Kiev, dove la sala parto era stata appena distrutta dalle bombe.
Il timore più grande, per tanti, è rimanere soli. SOS Villaggi dei Bambini, organizzazione internazionale presente in Ucraina, racconta i lunghi giorni di paura e le corse nei rifugi. A causa dei bombardamenti, il centro di Stanytsia Luhanska è stato chiuso e il personale è stato evacuato. Quando Brovary, nella regione di Kiev, è stata attaccata, bimbi e ragazzi si sono riparati in un bunker antiatomico. Ma iniziano a mancare cibo, generi di prima necessità, medicine, mentre i più piccoli iniziano anche a contarsi tra le vittime, denuncia il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Le immagini che stanno arrivando dall’Ucraina in queste ore sono inquietanti. Stiamo vedendo bambini appena nati portati nei bunker, carri armati che schiacciano auto di civili. Le immagini che arrivano stanno dimostrando tutta la crudeltà della Russia e l’irresponsabilità della guerra. Stanno bombardando anche gli edifici residenziali».
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