Arabia Saudita, è morto re Abdullah, alleato storico degli Usa: aveva 91 anni

Venerdì 23 Gennaio 2015
Arabia Saudita, è morto re Abdullah, alleato storico degli Usa: aveva 91 anni

Abdullah bin Abdulaziz, sesto re saudita e per anni il più anziano sovrano regnante al mondo, è morto all'età di 91 anni secondo quanto hanno annunciato i media sauditi. Per la successione è pronto uno dei suoi fratellastri il principe Salman bin Abdul Aziz.

I funerali si terranno oggi nella capitale Riyadh, nella grande moschea intitolata all'imam Turki bin Abdullah.

Per oltre tre decenni Abdullah è stato uno degli uomini più influenti degli Stati del Golfo: alleato cruciale degli Stati Uniti, nel dopo 11 settembre dovette guidare quell'alleanza in una fase critica.

Quindici dei 19 dirottatori erano sauditi e molti indicarono nell'ideologia di al Qaida le radici dell'interpretazione wahabita saudita dell'Islam. Il suo regno è stato caratterizzato dallo scontro con le ambizioni regionali dell'Iran, sciita. Uno scontro che si è spostato in vari paesi e da ultimo ha avuto il suo culmine nel conflitto siriano. Fu anche duro nella repressione del dissenso nel momento del sorgere delle primavere arabe, spezzando sul nascere le dimostrazioni da parte della minoranza sciita.

Re Abdullah passerà alla storia come il sovrano che in patria ha promosso i valori ultraconservatori dell'Islam, ma che all'estero ha lanciato numerose iniziative per il dialogo inter-religioso. Nell'ultima fase aveva anche cercato di aprire qualche opportunità per le donne, costrette da un'interpretazione molto rigida dell'Islam. Nel 2009 nominò una donna viceministro e cercò di ampliare le loro possibilità di istruzione. Figlio - assieme a 36 fratellastri - del fondatore dell'Arabia Saudita Abdul Aziz bin Saud, Abdullah ricevette la tradizionale educazione islamica dopo aver passato su ordine del padre un lungo periodo della sua infanzia con le tribù beduine nomadi perchè diventasse «forte fisicamente e mentalmente».

Abdullah era re dal 3 agosto 2005, quando era salito sul trono dopo la morte di Fahd. Già dieci anni prima, nel 1995, aveva di fatto assunto la carica di reggente dopo che lo stesso Fahd era stato dichiarato temporaneamente invalido. Nel 1982 Abdullah, comandante dal 1963 dell'influente e prestigioso corpo della Guarda nazionale, divenne il principe ereditario e primo vice premier saudita. Fu il primo vero passo concreto verso la corona, ma la sua ascesa ai vertici del potere è stata anche attribuita al fatto che Abdullah non avesse fratelli ma solo fratellastri. Se questo gli ha impedito di costruire attorno a sè una naturale base di potere, gli ha però fornito un maggior margine di manovra nelle lotte intestine alla famiglia reale.

Senza mai tradire l'alleanza con gli Stati Uniti, in più di un'occasione re Abdullah ha però preso le distanze da Washington. Nel 1998 respinse la richiesta americana di usare le basi militari saudite per lanciare i raid contro l'Iraq. Mentre nel 2002 lanciò al vertice arabo di Beirut l'iniziativa di pace saudita per il Medio Oriente, che si distanziava in parte dalle posizioni Usa e prevedeva il riconoscimento arabo dello Stato ebraico in cambio della creazione di uno Stato palestinese formato dalla Striscia di Gaza e dalla Cisgiordania con Gerusalemme est capitale. Il sovrano, che lascia le quattro mogli da cui avuto sette figli maschi e 15 femmine, è stato anche il primo re saudita a visitare il Papa durante lo storico incontro a Roma nel novembre 2007 con il pontefice Benedetto XVI. L'ultimo periodo della sua vita è stato costellato da malattie e ricoveri, in patria e all'estero.

Obama: «Ha contribuito alla ricerca della pace». «Ha dato un contributo durevole alla ricerca della pace nella regione araba»: così il presidente americano ricorda il re saudita Abdullah. «La sua vita abbraccia un arco di tempo che va da prima della nascita dell'Arabia Saudita moderna fino al suo emergere come forza fondamentale all'interno dell'economia mondiale e leader tra i Paesi arabi e islamici. Egli - afferma Obama - ha intrapreso passi importanti per far avanzare l'iniziativa di pace nella regione araba, uno sforzo che gli sopravviverà».

«Ho sempre apprezzato la sua prospettiva e la nostra sincera amicizia», ha aggiunto Obama, ricordando lo stretto legame tra Arabia Saudita e Stati Uniti: «Ebbe il coraggio delle sue convinzioni e una di queste è stata la fede incrollabile nell'importanza dei rapporti tra Usa e Arabia. La vicinanza e la forza della partnership tra i due paesi è parte della sua eredità».

Sarà il vicepresidente americano Joe Biden a guidare la delegazione che nei prossimi giorni andrà in Arabia Saudita per rendere omaggio ad Abdullah, alla famiglia e alla nazione. Lo ha reso noto la Casa Bianca. «La morte di re Abdullah è una grande perdita per il Paese», ha detto Biden. «È difficile distinguerlo dall'Arabia Saudita stessa. Nel corso di molti decenni ha svolto un ruolo fuori misura nella costruzione del suo Paese. Negli anni, ho imparato a conoscere re Abdullah. Ho sempre apprezzato la sua franchezza, il suo senso della storia, il suo orgoglio negli sforzi per far avanzare il Paese e la sua incrollabile fede nei rapporti Usa-Arabia Saudita», ha aggiunto il vicepresidente.

Hollande: «Ha segnato la storia dell'Arabia Saudita». «Uno statista la cui opera ha profondamente segnato la storia del suo paese»: così il presidente francese Francois Hollande ha salutato Abdullah. Lo riporta la rete Al Arabiya.

«Il capo dello Stato esprime le sue sincere condoglianze al popolo saudita ed esprime il suo impegno per l'amicizia tra la Francia e il regno dell'Arabia Saudita», afferma l'Eliseo in un comunicato citato dall'emittente saudita. Ricordando il re Abdullah, la presidenza francese sottolinea come «la sua visione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente rimanga più che mai rilevante».

40 giorni di lutto in Giordania e Bahrein. La Giordania e il Bahrein hanno proclamato 40 giorni di lutto nazionale in seguito alla morte del re saudita Abdullah bin Abdulaziz. Il re giordano Abdullah II ha lasciato il forum di Davos per prendere parte ai funerali del monarca dell'Arabia Saudita previsti oggi nella capitale Riyadh.

Anche il presidente egiziano Abdel al-Fattah al-Sisi ha lasciato il forum di Davos per prendere parte ai funerali: «Il popolo egiziano non dimenticherà le storiche prese di posizione di re Abdullah», afferma la presidenza dell'Egitto in un comunicato citato dalla rete Al Arabiya.

Il presidente palestinese Abu Mazen ha decretato da parte sua tre giorni di lutto.

Il primo ministro indiano Narendra Modi ha espresso le proprie condoglianze, sostenendo che in questo modo l'Arabia Saudita «ha perso una importante voce». In un messaggio via Twitter, Modi ha assicurato che «con re Abdullah abbiamo perso un'importante voce, che ha prodotto un duraturo impatto nel suo Paese. In questo momento di dolore i nostri pensieri sono con il popolo saudita, che ha perso nel re Abdullah una possente guida».

Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 20:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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