Putin, i messaggi nascosti (a Biden e Nato) nel suo discorso. Cos'è il trattato Start sulle armi nucleari e cosa cambia adesso

La Russia «sospende» l'applicazione dello Start, l'ultimo trattato in vigore con gli Usa

Martedì 21 Febbraio 2023 di Mario Landi
Putin, i punti del discorso e l'attacco frontale agli Stati Uniti: «Sospeso il trattato sulla riduzione delle armi nucleari Start»

Il leader della Russia Vladimir Putin ha tenuto un discorso, molto simbolico, all'Assemblea federale. La durata? 1 ora e 45 minuti. Un tempo sufficiente all capo del Cremlino per analizzare presente, passato e futuro della Russia che tra pochi giorni giorni «celebrerà» l'anniversario bellico contro l'Ucraina.

Putin ha chiesto la mobilitazione di tutte le forze per combattere «l'intero Occidente», ha rimarcato le sue delusioni sugli obiettivi della sua «operazione militare speciale» e ancora una volta ha incolpato la Nato per la situazione di guerra che va avanti da un anno.

Ma sono molti i messaggi, anche nascosti, di Putin contro l'Occidente, la Nato ma soprattutto gli Stati Uniti.

 

 

Stop allo Start, cosa significa

La Russia «sospende» l'applicazione dello Start, l'ultimo trattato sulla riduzione delle armi nucleari ancora in vigore con gli Usa, perché non può permettere agli ispettori americani di visitare i siti nucleari russi mentre Washington è intenta ad infliggere «una sconfitta strategica» a Mosca.

Lo ha detto il presidente Vladimir Putin nel discorso sullo Stato della Nazione. «Sospendiamo il trattato, ma non ce ne ritiriamo», ha sottolineato Putin.

 

 


Cos'è il trattato Start

Start, Sigla dell’inglese Strategic Arms Reduction Treaty, indicante i negoziati tra Usa e Urss (poi Federazione Russa) per la riduzione delle armi nucleari strategiche con raggio d’azione intercontinentale. Nel febbraio 2021, alla scadenza dei termini di validità, Stati Uniti e Russia hanno deciso di estendere il Trattato per altri cinque anni, fino al febbraio 2026.

La reazione degli Stati Uniti

La Casa Bianca denuncia «l'assurdità» del discorso contro l'Occidente del presidente russo Vladimir Putin. «Nessuno sta attaccando la Russia. C'è una sorta di assurdità nell'idea che la Russia sia sottoposta a una qualche forma di minaccia militare da parte dell'Ucraina o di chiunque altro», ha dichiarato ai giornalisti il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan.

Il punto sul Donbass

Il capo della Federazione Russa ha affermato ancora una volta che il suo Paese voleva «liberare» gli ucraini dal «neo-nazismo» e impedire l'espansione della Nato vicino ai confini russi. Secondo lui, dal 2014 il Donbass ucraino ha combattuto, creduto e atteso che la Russia sarebbe venuta in suo aiuto, e i russi hanno fatto tutto il possibile per «risolvere questo problema con mezzi pacifici».

Ha affermato che nel dicembre 2021 il Cremlino ha inviato in Occidente progetti di accordi sulle garanzie di sicurezza, ma sono stati respinti. Poi, ha osservato il leader russo, è diventato chiaro che «è stato dato il via libera all'attuazione di piani aggressivi», e nel febbraio 2022 tutto era pronto per un attacco al Donbass.

«Ma l'Occidente stava preparando l'Ucraina per renderla schiava della guerra. Nelle accademie e nelle scuole occidentali, addestravano gli ufficiali dei battaglioni nazionalisti, fornivano armi... Nel febbraio 2022, tutto era pronto per un'azione punitiva nel Donbass... Hanno scatenato il guerra, e abbiamo usato la forza per fermarla» si è giustificato Putin.

Le dichiarazioni sugli aiuti dell'Occidente «guidati» da Nato e Usa

Putin ha affermato che l'Occidente, guidato dalla Nato e dagli Stati Uniti, «è ipocrita con i Paesi più poveri»: questo perchè il G7 ha assegnato loro circa 60 miliardi di dollari e 150 miliardi di dollari per gli aiuti militari all'Ucraina.

«Dov'è tutto il discorso sulla guerra e la povertà? Dove è andato a finire? Il flusso di denaro per la guerra non sta diminuendo, né stanno risparmiando denaro per incoraggiare disordini e colpi di stato in altri paesi - e in tutto il mondo», ha dichiarato Putin.

 

 
Il proseguimento della guerra


Putin ha attribuito la responsabilità della guerra da lui scatenata alle «élite occidentali e al regime di Kiev» . Ha cercato di giustificarsi. Secondo Putin, il Cremlino era sinceramente pronto per un dialogo costruttivo con l'Occidente ma ora combatterà fino alla fine. 

Il dittatore ha osservato che l'Occidente usa l'Ucraina «come ariete contro la Russia, come campo di addestramento». Secondo lui, capiscono (Occidente e Nato, ndr.) ancora che «è impossibile sconfiggere la Federazione Russa sul campo di battaglia, e quindi mentono costantemente, usano attacchi informativi come arma, in particolare con l'aiuto dei giovani».

«Più i sistemi occidentali a lungo raggio arrivano in Ucraina, più allontaneremo la minaccia dai nostri confini», ha affermato il capo dello stato russo.

 

Le sanzioni

Inoltre, Putin si è lamentato periodicamente delle minacce percepite dalla Nato, delle sanzioni occidentali, delle critiche al «grande popolo russo» nel mondo, e in generale ha incolpato tutti, tranne se stesso e il suo regime dittatoriale, per i guai della Federazione Russa, che hanno colpito nell'ultimo anno. 

«Gli iniziatori delle sanzioni ci puniscono. E dicono ai loro cittadini che la colpa è dei russi. Il loro obiettivo è far soffrire i nostri cittadini. Ma il loro calcolo non ha funzionato», sottolinea Putin.

Durante il messaggio, il capo del Cremlino ha citato uno dei leader nazisti. Ricorda la frase: «Armi al posto del burro», pronunciata dal ministro del Reich Rudolf Hess l'11 ottobre 1936 all'inaugurazione cerimoniale della sala intitolata al dittatore Adolf Hitler nella città di Hof.

L'attuale discorso di Putin è stato il primo pubblico, soprattutto dopo la visita a sorpresa del presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Kiev il 20 febbraio in segno di solidarietà alla vigilia dell'anniversario della guerra, che ha sottolineato l'unità degli alleati occidentali dietro l'Ucraina.

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 15:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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