Putin, ecco la villa bunker sul Mar Nero: hockey, saune e tunnel nucleari, così lo zar sfida le sue paure

Un'inchiesta di Business Insider, tramite immagini satellitari e cartine inedite, aggiunge oggi un tassello alla storia della fortezza del presidente russo

Giovedì 18 Maggio 2023 di Francesco Bechis
Putin, ecco la villa bunker sul Mar Nero: hockey, saune e tunnel nucleari, così lo zar sfida le sue paure

Un Palazzo sfarzesco, da fare invidia a Re Sole. Un bunker nucleare. Due tunnel sotterranei e segreti, fino ad oggi. Il Mar Nero non è solo la culla dei sogni imperiali di Vladimir Putin, il lago in cui annegare qualsiasi ambizione di libertà e indipendenza dell'Ucraina. È anche un rifugio, un salvacondotto qualora le cose si mettessero male. 

Putin e la Versailles russa

Si deve ad Alexey Navalny, l'oppositore numero uno dello zar rinchiuso in carcere, la rivelazione del palazzo principesco di Putin da oltre 14mila metri quadri sulle rive del Mar Nero, a Gelendzhik, circondato da foreste e possedimenti grandi "39 volte il Principato di Monaco".

Un'inchiesta di Business Insider, tramite immagini satellitari e cartine inedite, aggiunge oggi un tassello alla storia della fortezza del presidente russo. Due tunnel sotterranei, di 40 e 60 metri di lunghezza, a prova di detonazione nucleare, collegano la pantagruelica villa di Putin - costo stimato, secondo Navalny, più di un miliardo di dollari - collegano l'interno del palazzo alle pendici della collina, a strapiombo sul mare.

Al loro interno, svelano le piantine riportate da Insider, una complessa architettura di cavi di gas, luce e connessione in grado di garantire all'intera struttura una lunga autosufficienza, anche in caso di blackout.

 

I tunnel nucleari

 «L'esistenza di tunnel fortificati, a circa 1000 miglia di distanza da Mosca, dimostra che Putin non è solo concentrato sulla sua vita di lusso nel resort, ma anche su come restare in vita», spiegano i giornalisti che hanno visionato le mappe. L'esistenza del palazzo è stata denunciata da Navalny dietro le sbarre ormai due anni fa. Una rivelazione che ha scatenato proteste e malcontento nella popolazione russa al punto da costringere il Cremlino a smentire: la roccaforte sul Mar Nero non è di Putin. Eppure neanche il più ambizioso degli oligarchi potrebbe permettersi una costruzione del genere.

 

 

007 e sicurezza

Una vera e propria "città", spiega l'organizzazione di Navalny. Fortificata e protetta da cima a fondo. Con tanto di una no-fly zone su tutta l'area residenziale e il parco circostante. A gestire gli oltre 7500 ettari di parco sarebbe direttamente l'Fsb, l'agenzia dei servizi segreti di Mosca. Anche questo un lusso che, sostengono gli oppositori del presidente, nessun privato potrebbe permettersi.

Tantomeno Alexander Ponomarenko, l'uomo d'affari che il Cremlino, di fronte alle prime rivelazioni sulla villa trapelate nel lontano 2011, aveva indicato come il legittimo proprietario della Versailles sul Mar Nero. Riconoscendo sì, di aver inizialmente commissionato l'opera per il presidente, ma di averla poi venduta all'oscuro oligarca. «Ma nessun imprenditore ha una no-fly zone sulla sua villa o vanta la guardia presidenziale come security», denunciò nel 2021 Navalny».

 

Hockey, teatri e saune

Non di sola sicurezza vive però la mastodontica residenza del presidente. Dentro, stando alle mappe diffuse dalla Fondazione anticorruzione (Fbk) dell'oppositore, c'è davvero di tutto. Una chiesa. Una pista per l'eliporto. Una pista olimpica di ghiaccio e un palazzetto per l'hockey: la grande passione di Putin.

E ancora, un anfiteatro, un ponte di 80 metri che conduce a una casina del tè, una sconfinata area spa tra saune e piscine. Al piano terra, un teatro dell'opera degno di una grande capitale europea ma anche una discoteca. In mezzo, da un'ala all'altra della villa imperiale, sale e salotti - riferisce Navalny - rigorosamente arredati da mobili di lusso, molti dei quali di manifattura italiana, da marchi come Pozzoli e Citterio Atena. 

 

I timori dello Zar

Le ultime rivelazioni sui tunnel sotterranei, però, smontano il mito di una sicurezza inscalfibile dello zar. Che ha sì fortificato la villa a Gelendzhik come e più di una base nucleare, ma l'ha anche preparata a qualsiasi evenienza, anche a un attacco esterno.

La struttura dei tunnel blindati, spiega Insider, «ha diversi indizi che suggeriscono come Putin abbia commissionato la struttura tenendo in conto anche gli scenari peggiori». «Putin si percepisce come parte di uno scontro esistenziale con l'Occidente. La dimensione nucleare ne è una componente importante» spiega Daniel Kimmage, ex ufficiale del Dipartimento di Stato americano che per anni ha seguito gli affari russi, «questi tunnel, questo bunker, rientrano nella stessa cornice».

Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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