Nucleare: «Niente accordo
senza il diritto ad arricchire uranio»

Domenica 24 Novembre 2013
Il viceministro degli Esteri iraniano Abbas Araghcì
Dopo le speranze, bisogna raffreddare gli entusiasmi. Il viceministro degli esteri iraniano Abbas Araqchi ha detto alla stampa che l'Iran non accetterà nessun accordo sul suo programma nucleare con le potenze del 5+1 se non sarà riconosciuto il suo diritto ad arricchire uranio.
Secondo Araqchi a Ginevra «Il 98% dell'accordo è risolto, ma il 2% che resta è forse più importante del resto».
«Il diritto all'arricchimento dell'uranio», ha detto, « dovrebbe essere riconosciuto per scritto e nella pratica».



Araqchi ha detto che i negoziati dureranno al massimo fino a mezzogiorno di oggi.



A tempo quasi scaduto, l'Iran e le potenze mondiali del gruppo 5+1 (Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) stanno cercando di fissare a Ginevra una prima intesa sulla decennale controversia del programma nucleare iraniano, potenziale casus belli per tutto il Medio oriente.



Nella città svizzera sono arrivati oggi i sei ministri degli Esteri - gli unici autorizzati a siglare l'intesa - ma la battaglia si sta conducendo su ogni singola parola delle parti più sensibili del testo. Il viceministro degli esteri russo Serghiei Riabkov ha sostenuto che si è più vicini all'accordo rispetto a quanto non lo si fosse nel round precedente, quello del 7-9 novembre, quando un analogo accorrere di ministri a Ginevra, all'ultimo momento, fece sperare in un'intesa: alla fine poi solo sfiorata a causa di resistenze soprattutto francesi.



Parlando di negoziati «difficili e mozzafiato», il numero due della squadra negoziale iraniana, Abbas Araghcì, ha detto che a Ginevra si sta consumando una battaglia su ogni singola parola. La fase della redazione dell'accordo «è molto dura», ha confermato il ministro degli Esteri e capo-negoziatore Mohammad Javad Zarif. Le distanze si sono ridotte, ma esistono ancora «importanti divergenze» che rendono i negoziati ancora «molto difficili», ha dichiarato il ministro degli Esteri britannico William Hague. Il capo del Foreign Office, Zarif, Riabkov ed il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, con varie sfumature, hanno ammesso che l'accorrere dei ministri a Ginevra ancora una volta potrebbe non essere risolutivo.



Nel mettere in guardia il 5+1 dall'avanzare «richieste eccessive», Zarif ha precisato che «permangono ancora differenze su due-tre questioni». Il ministro ha insistito anche oggi sui «diritti» del popolo iraniano, lasciando intendere che una questione ancora aperta è il diritto all'arricchimento dell'uranio da parte di Teheran: punto che, secondo varie indiscrezioni e analisi, i paesi occidentali non vogliono esplicitare mentre l'Iran insiste perchè sia ancorato nel testo. Come rivelato esplicitamente da Riabkov, una seconda questione è il reattore ad acqua pesante in costruzione ad Arak, al centro delle preoccupazioni occidentali perchè - quale «sotto-prodotto» - sfornerà plutonio-239, combustibile adatto a fini militari. Paesi dotati di armi atomiche, come Pakistan eBIndia, usano proprio questo tipo di reattori. Il nuovo round di Ginevra, il terzo in cinque settimane, era iniziato mercoledì a livello di viceministri e avrebbe dovuto concludersi ieri.



L'obiettivo - ha rivelato Zarif - è di mettere a punto un accordo «in tre fasi» che indichi primi passi e obiettivi del negoziato. Stando a indiscrezioni trapelate nei giorni scorsi, si tratterebbe di un «accordo provvisorio» di sei mesi che prevede limiti al programma nucleare di Teheran in cambio di un modesto alleggerimento delle sanzioni internazionali che colpiscono l'economia iraniana. Come suggerito da una frase di Araghcì («le discussioni vertono sull'equilibrio tra i passi che ciascuna parte deve fare»), a Ginevra si battaglia sull'entità delle sanzioni da levare a fronte delle concessioni di Teheran.



L'offerta del 5+1 trapelata nei giorni scorsi (sblocco di alcuni fondi iraniani congelati in banche estere, e il nullaosta al commercio di metalli preziosi, prodotti petrolchimici e parti di ricambio per aerei) viene incontro solo in parte alla richiesta iraniana di revocare le sanzioni che ostacolano le transazioni finanziare e la vendita del petrolio.
Ultimo aggiornamento: 09:45

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci