Missili ipersonici per i Top gun della Marina Usa: i test per neutralizzare il vantaggio della Russia

Martedì 6 Settembre 2022 di Mario Landi
Missili ipersonici per i Top gun della Marina Usa: i test per neutralizzare il vantaggio della Russia

I top gun della Marina americana saranno pronti a centrare le navi nemiche a distanze sempre maggiori grazie alla nuova generazione di missili ipersonici del programma Halo (Hypersonic Air-Launched Offensive).

L'obbiettivo è lo stesso da millenni: impedire ai rivali di colpire per primi, perché poi intercettare missili sempre più veloci e sempre più manovrabili diventerà ancora più complicato, al limite dell'impossibile perché le tecnologie di attacco corrono sempre più in fretta di quelle difensive.

Grazie a nuovi fondi del Congresso, l'Us Navy sta intensificando la messa a punto e i test di missili aria-acqua (da aereo a nave) e acqua-acqua (da nave a nave): i particolari i veterani bireattori F/A-18 Hornet  (entrati in linea di volo ormai 42 anni fa ma poi più volte ammodernati fino alla versione Super Hornet) continuano a testare i missili che una volta lanciati non risultano, al momento, abbattibili nel loro tragitto che può o potrà superare i mille chilometri.

Come riporta Lee Willett sul sito americano NavalNews, la marina america è soddisfatta del sistema Lockheed Martin Agm-158C Lrasm già in prova da due anni.

La "base di controllo" resta sulle portaerei che si avvale delle notizie fornite dai velivoli Awacs e dalle reti satellitari: poi gli F/A18 decollano, se non sono già in volo circuitando nella possibile zona di intervento, e lanciano gli ipermissili. Nella speranza che il bersaglio nemeico venga centrato prima che riesca a lanciare a sua volta ipermissili.

In realtà non solo la Us Navy ma tutte le forze armate americane sono in fibrallazione sul tema ipermissili dopo che l'aggressione russa all'Ucraina ha alzato il livello della tensione. Con la conferma che la Russia, al di là della propaganda, sia effettivamente un passo più avanti degli Stati Uniti in fatto di ipermissili. Sia per quanto riguarda gli Hgv (Hypersonic Glide Vehicle) e sia per gli Hcm (Hypersonic Cruise Missile). Non è tanto una questione di velocità pura, ma di manovrabilità: i "vecchi" missili intercontinentali, su cui era basata la deterrenza durante la Guerra fredda, raggiungevano in caduta anche 24 volte la velocità del suono, mentre gli ipermissili partono da 4 Mach per arrivare a 12.

Meno velocità, quindi, ma con un vantaggio enorme: i missili Icbm erano programmati per una traiettoria parabolica che non poteva essere mutata lasciando quindi ai nemici la possibilità di intercettarli con contro-missili, mentre i nuovi ipermissili, sia gli "alianti" (Glide, ovvero senza motore) sia i "cruise" possono correggere la rotta volando inoltre a quote anche molto basse.  L'inseguimento fra Usa e Russia continua.

Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 08:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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