Putin, accuse su Telegram. «Ha insabbiato le notizie sull'incendio al centro ricerche, morti 25 scienziati»

Un giornalista ha la lista dei militari uccisi

Sabato 23 Aprile 2022
Putin, accuse su Telegram. «Ha insabbiato le notizie sull'incendio al centro ricerche, morti 25 scienziati»

Quante sono le vittime nell'incendio scoppiato a Tver il 21 aprile? Al momento l'agenzia russa Tass dice 11 morti citando una fonte dei servizi di emergenza.

Ma il regime di Putin è accusato di "insabbiare" il vero bilancio delle vittime e in particolare la morte di 25 scienziati militari. Quattro di loro sono stati costretti a saltare dalle finestre dell'edificio giovedì. Ma i giornalisti locali sostengono che almeno 25 sono stati uccisi (e non «fino a sette» come dicono i media statali). 

C'è un video che mostra l'inferno nel Secondo Istituto Centrale di Ricerca del Ministero della Difesa della Federazione Russa a Tver, quello dove sono progettati i missili Iskander e altre "armi segrete". Quattro scienziati militari sono stati costretti a saltare dalle finestre dell'edificio in fiamme, e i media statali hanno riferito che cinque o sette persone sono state uccise. Quel numero non sarebbe reale perché sarebbero 25 le persone uccise. 

Un giornalista locale Alexander Gamburg ha riferito sul canale Telegram SOTA di aver visto in esclusiva la lista dei "periti". E ha detto di non poterle pubblicare: «Alle 22:00 del 22 aprile ci sono 25 persone. Sette persone dal 21 aprile e 18 persone sono state trovate e identificate il 22 aprile. Il più giovane è un maggiore, un uomo nato nel 1983. Il più vecchio aveva 90 o 91 anni ed era nato nel 1931. Non so cosa facesse a quell'età sul suo posto di lavoro all'istituto. La maggior parte dei deceduti erano uomini», ha scritto. 

Ma com'è possibile che un incendio abbia colpito una struttura chiave della Difesa russa? Uno scienziato militare salvato ha detto che erano di fronte al fumo nero che riempiva i lunghi corridoi. Le cause dell'incendio non sono ancora note. 

Ultimo aggiornamento: 22:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA