Iraq, nuovi raid Usa contro Isis: i curdi riconquistano la diga di Mosul

Domenica 17 Agosto 2014
Iraq, nuovi raid Usa contro Isis: i curdi riconquistano la diga di Mosul

Caccia e droni americani hanno condotto ulteriori raid contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis) vicino a Irbil e alla diga di Mosul. Lo riferisce il Pentagono.

Gli attacchi aerei americani contro l'Isis sono stati nove: caccia e droni hanno distrutto o danneggiato quattro vettori blindati, sette veicoli armati, due Humvees e un veicolo blindato.

I raid sono stati condotti vicino a Irbil, non lontano dalla diga di Mosul, caduta in mano ai jihadisti dello Stato islamico e che le forze curde stanno cercando di riprendere con l'aiuto degli Usa. Il Pentagono ha ribadito che i raid mirano a sostenere gli sforzi per gli aiuti umanitari e a proteggere il personale Usa.

I curdi riconquistano la diga di Mosul. Appoggiate da raid aerei americani sempre più pesanti, le forze curde dei Peshmerga hanno proseguito oggi la loro controffensiva contro le milizie dello Stato islamico (Isis), riconquistando la strategica diga di Mosul e tre cittadine più a est.

Ma per l'Isis il conflitto va al di là dei confini dell'Iraq, investendo anche i territori contigui nel nord della Siria, facenti parte del loro autoproclamato Califfato islamico. L'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus) ha denunciato oggi il rapimento da parte dei jihadisti di 150 membri del clan tribale degli Shaitat, nella provincia nord-orientale di Dayr az Zor, dopo che ieri aveva parlato di un massacro di 700 uomini della stessa tribù nelle ultime settimane.

In serata fonti curde citate dall'agenzia irachena Nina hanno detto di avere ripreso il pieno controllo della diga sul Tigri, la più grande dell'Iraq, 60 chilometri a nord di Mosul, che fornisce acqua ed elettricità alla piana di Ninive. L'impianto era caduto il 7 agosto scorso nelle mani dei jihadisti.

In appoggio alla controffensiva curda, caccia e droni americani hanno condotto oggi 14 nuovi raid contro le postazioni dell'Isis, che si sono aggiunti ai nove lanciati ieri. Gli attacchi, sottolinea il Pentagono, hanno danneggiato o distrutto dieci vettori blindati, sette Humvees, due veicoli armati e un checkpoint dell'Isis. La Nina aggiunge che ai jihadisti sono state inflitte «pesanti perdite».

La televisione satellitare panaraba Al Jazira ha detto che i Peshmerga hanno riconquistato anche tre cittadine cadute solo la settimana scorsa nelle mani dello Stato Islamico. Si tratta di Tel Skuf, Ashrafia e Batnaya. Il Pentagono ha ribadito che i raid americani mirano a proteggere il personale Usa nella regione autonoma del Kurdistan e a sostenere gli sforzi per gli aiuti umanitari alle centinaia di migliaia di profughi che vi si sono riversati davanti all'avanzata jihadista, molti cristiani o appartenenti alla minoranza degli Yazidi.

Ma in un intervento stamane sul Sunday Telegraph il primo ministro britannico David Cameron è sembrato accennare all'opportunità di un intervento militare su più larga scala, affermando che contro la minaccia dell'Isis non è sufficiente la sola azione umanitaria, in cui Londra è già impegnata, con l'invio di aiuti ai rifugiati. Gli Stati Uniti stanno inviando anche armi sofisticate ai curdi, come la Francia e probabilmente in un prossimo futuro anche altri Paesi della Ue, dopo il via libera dato venerdì in una riunione straordinaria dai ministri degli Esteri dell'Unione.

Ma il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, tornato da una missione compiuta ieri a Baghdad e nel Kurdistan, mette in guardia dal pericolo che la situazione di crisi e la debolezza delle forze armate federali irachene possano portare alla creazione di uno Stato curdo indipendente che, a suo avviso, «destabilizzerebbe ancora di più la regione».

Tuttavia, il viceministro degli Esteri italiano Lapo Pistelli ha sottolineato «il diritto di autodifesa di un popolo di fronte ad una invasione jihadista». «Se non agiamo tutti - ha aggiunto Pistelli - tra un mese ci troveremo a parlare di una nuova Srebrenica». In Siria, intanto, l'Ondus segnala ben 26 raid compiuti dall'aviazione di Damasco sulle postazioni dello Stato islamico nella provincia di Raqqa, con l'uccisione di 31 jihadisti, ma anche otto civili, tra cui alcuni bambini.

Si tratta di attacchi senza precedenti contro l'Isis da parte delle forze del regime, che da tempo ha perso il controllo di vaste regioni nel nord del Paese. Un messaggio, secondo l'ong, inviato dal presidente siriano Bashar al Assad agli americani che le sue forze sono schierate sullo stesso fronte nella lotta ai fondamentalisti.

La stessa organizzazione ha detto di aver ricevuto un video in cui una quarantina di anziani del clan degli Shaitat hanno dovuto piegarsi alle minacce dello Stato islamico, affermando che «l'Isis si batte per la giustizia», nella speranza di ottenere la liberazione di 150 dei loro uomini che si ritiene sequestrati dai jihadisti.

Ultimo aggiornamento: 20:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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