La Nato (con gli Usa) sfida Putin, sospeso il trattato sulle armi convenzionali in Ue dopo l'uscita della Russia dall'accordo

Martedì 7 Novembre 2023
La Nato (e gli Usa) sfidano Putin, sospeso il trattato sui test nucleari: è la risposta all'uscita della Russia dall'accordo

Gli Stati Uniti e i loro alleati della Nato hanno notificato che sospenderanno formalmente la loro partecipazione a un trattato del 1990 che limita le forze convenzionali in Europa, segnando la fine di un altro storico accordo sul controllo degli armamenti. Lo scrive il Wall Street Journal. La mossa dell'Alleanza fa seguito al ritiro formale della Russia dallo stesso accordo e alle lamentele occidentali di lunga data secondo cui Mosca non stava onorando i termini del trattato.

La sospensione scatterà il 7 dicembre per gli Stati Uniti.

 

La mossa degli Stati Uniti

«Gli Stati Uniti sospendono l'esecuzione di tutti gli obblighi previsti dal Trattato sulle forze convenzionali in Europa (Cfe) con tutti gli altri Paesi firmatari, a partire dal 7 dicembre», ha dichiarato il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, dopo che il ritiro della Russia dal Trattato e il proseguimento della sua guerra di aggressione a tutto campo contro l'Ucraina, «un altro Paese firmatario», «hanno profondamente alterato le circostanze essenziali perché gli altri Paesi si sentissero tenuti a rispettare il Trattato e ha radicalmente trasformato gli obblighi previsti dal Trattato». Tale decisione è stata presa «in stretta consultazione e coordinamento con i nostri alleati Nato, molti dei quali sono anche parti del Cfe». «Diversi partner Cfe che non sono membri della Nato sostengono la sospensione degli obblighi del Trattato Cfe in risposta alle azioni di Mosca», ha aggiunto Sullivan. «Gli alleati condividono all'unanimità la nostra posizione secondo cui non sia accettabile una situazione in cui gli Usa e i nostri alleati della Nato continuano a essere vincolati a livello militare dal Cfe mentre la Russia, le cui forze armate sono in larga misura in Europa, che continua attivamente la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina usando quelle stesse forze che il Trattato ha come obiettivo di contenere», ha spiegato Sullivan precisando che «la sospensione degli obblighi del Cfe rafforzerà la deterrenza e le capacità di difesa dell'Alleanza rimuovendo le restrizioni che hanno impatto sulla pianificazione, il dispiegamento e le esercitazioni, restrizioni che non vincolano più la Russia dopo il ritiro di Mosca dal Trattato». «Gli Usa e i loro alleati Nato, e i nostri partner responsabili rimangono impegnati al controllo effettivo delle armi convenzionali come un elemento di importanza critica della sicurezza euroatlantica. Continueremo a perseguire misure che hanno come obiettivo quello di rafforzare la stabilità e la sicurezza in Europa, riducendo il rischio, con la prevenzione di malintesi, evitando conflitti e costruendo fiducia».

 

Cos'è il CFE

Il trattato per la riduzione e la limitazione delle forze armate convenzionali in Europa chiamato anche Trattato CFE è un accordo firmato a Parigi il 19 novembre 1990 dai 22 paesi membri della Nato e dai paesi membri dell'ex-Patto di Varsavia e stabilisce un accordo di sostanziale equilibrio fra armi convenzionali e armamenti tra paesi dell'est e paesi dell'ovest europeo.

La versione originaria del trattato CFE (che ha durata illimitata) entrò in vigore nel 1992. In seguito al dissolvimento del Patto di Varsavia e all'allargamento della Nato negli anni Novanta i 30 stati firmarono il cosiddetto "Adaptation Agreement" in occasione del summit dell'OSCE tenutosi ad Istanbul il 19 novembre 1999.

 

 

Il ritiro russo anche dal CTBT

Lo scorso 25 ottobre il parlamento russo ha completato l'approvazione di una legge che ritira la ratifica da parte di Mosca del trattato globale che vieta i test sulle armi nucleari (il Ctbt). Il Consiglio della Federazione, camera alta russa, ha infatti approvato la legge con 156 voti favorevoli, dopo che anche la camera bassa, la Duma, l'aveva approvata all'unanimità. Il presidente russo aveva esortato i legislatori ad apportare la modifica per «rispecchiare» la posizione Usa, che hanno firmato ma non hanno mai ratificato il trattato sulla messa al bando dei test nucleari (Ctbt).


 

Cosa prevede il CNTBT

Il CNTBT è un trattato internazionale che proibisce i test nucleari in qualsiasi ambiente. Il testo è stato elaborato tra 1993 e 1996 in seno alla Conferenza del Disarmo. È stato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996, ma a giugno 2018 non è ancora entrato in vigore, per mancanza del numero minimo di ratifiche previsto dal trattato stesso. Costituisce un'evoluzione del Partial Test Ban Treaty (trattato di bando parziale dei test nucleari) del 1962, il quale aveva permesso che i test continuassero nel sottosuolo. Quest'ultimo vietava i test nucleari sottomarini, nell'atmosfera e nello spazio esterno. Il trattato CTBT prevede l'istituzione di un'organizzazione internazionale (CTBT Organization) che gestisca la rete di monitoraggio internazionale (IMS - International Monitoring System) e conduca eventuali ispezioni in sito (OSI - On-Site Inspections) per verificare il rispetto del trattato. Poiché il trattato non è in vigore, tale organizzazione è attualmente in operatività cosiddetta "provvisoria" (provisional). Essa ha il nome di Segretariato Tecnico Provvisorio (PTS - Provisional Technical Secretariat) con sede a Vienna, che si avvale di 260 impiegati da 70 paesi, costruisce il regime di verifica in modo che esso sia operativo quando il trattato entrerà in vigore.

I test nucleari

Dopo la firma del bando parziale ai test nucleari, Stati Uniti d'America, Unione Sovietica, Regno Unito (ed altri Stati) hanno continuato a testare e migliorare le loro armi nucleari utilizzando test compiuti nel sottosuolo. Nonostante il confinamento di questi test avesse fatto passare in secondo piano le preoccupazioni di tipo ambientale che avevano portato al PTBT, la pressione internazionale verso un bando totale ha continuato a crescere in tutti gli anni settanta e ottanta del XX secolo.

Il processo di ratifica

Il trattato è stato adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 settembre 1996 e fu firmato da 71 stati, compresi cinque degli otto paesi a quel tempo in grado di sviluppare armi nucleari. Al dicembre 2011 è stato ratificato da 155 stati, 27 paesi firmatari non l'hanno ancora ratificato. Per l'entrata in vigore è necessaria la ratifica da parte dei 44 stati elencati nell'Allegato 2 del trattato, cioè quei paesi che parteciparono formalmente nel 1996 alla Conferenza sul Disarmo e che possedevano a quella data tecnologia nucleare. Di questi, cinque paesi non hanno ancora ratificato il trattato: Cina, Egitto, Iran, Israele e Stati Uniti; tre non hanno invece mai firmato: Corea del Nord, India e Pakistan

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 20:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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