Con il via libera al vaccino per i ragazzi tra i 12 e i 15 anni e alla terza dose per tutti gli over 50, il premier britannico Boris Johnson si dice positivo sull'andamento della campagna vaccinale. «Il 90% dei britannici adulti sopra i 16 anni sia oggi immunizzato», ha affermato Johnson. «Andiamo avanti con la nostra strategia» puntata sui vaccini che ci garantisce di avere «una delle società più libere e una delle economie più aperte d'Europa», malgrado alcuni rischi, ha rimarcato il premier.
Johnson è stato molto chiaro nel sottolineare il fatto che la pandemia non può essere considerata al momento sconfitta, che il virus del Covid «è ancora là fuori fra noi» e che si tratta di «un pericolo», tenuto conto degli stessi dati odierni (26.628 nuovi casi e altri 185 decessi, sebbene in parte riferiti a ritardi statistici relativi al weekend).
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Nello stesso tempo BoJo ha sottolineato come il Regno sia ora un Paese a «elevata immunità» e come, in tale contesto, «anche piccoli cambiamenti» in termini d'aumento della percentuale dei vaccinati possano fare «una grande differenza» nel rafforzare la barriera di protezione collettiva dai contagi o almeno dalle conseguenze gravi dell'infezione. Ragion per cui restiamo «fiduciosi che i vaccini possano fare una differenza importante nelle nostre vite», ha insistito.
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Di fronte alla domanda dei giornalisti su quale incremento di ricoveri possa rappresentare un livello insostenibile per il sistema sanitario nei prossimi mesi, Johnson e i consiglieri Chris Whitty e Patrick Vallance hanno assicurato che ci si baserà su «dati oggettivi». In un scenario nel quale il professor Whitty ha dato peraltro per scontato un aumento dei casi dall'autunno e ha avvertito come il panorama possa ancora cambiare radicalmente in negativo qualora dovessero spuntare ulteriori varianti in grado di perforare del tutto la protezione dei vaccini.