Covid, Johnson: «Pandemia non è finita ma niente lockdown, con vaccini possiamo conviverci»

Martedì 14 Settembre 2021
Covid, Johnson: «Pandemia non è finita ma niente lockdown, con vaccini possiamo conviverci»

Niente più lockdown e via alla terza dose, sono questi piani del governo di Boris Johnson per l'inverno. Il premier, riporta Skynews, ha affermato che mentre la «pandemia è tutt'altro che finita», il paese è «in grado di convivere con il virus» ora che a tutti gli adulti è stato offerto un vaccino, anche se non ha escluso il ricorso ad alcune restrizioni, come il lavoro a domicilio obbligatorio e il distanziamento sociale, in caso di aumento improvviso dei casi.  «La pandemia è tutt'altro che finita», ha avvertito Johnson, ma «grazie al nostro fenomenale programma di vaccini, ai nuovi trattamenti e ai test, siamo in grado di convivere con il virus senza restrizioni significative alle nostre libertà», ha spiegato il premier, preannunciando una terza dose di vaccino per milioni di persone anziane per rallentare le infezioni invernali, con gli over 80 e i gruppi vulnerabili in prima linea, seguiti da gli over 50.

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Nel frattempo è ufficiale in Gran Bretagna il via libera a una prima estensione delle vaccinazioni anti Covid anche ai bambini e ragazzi sani fra i 12 e i 15 anni. La nuova indicazione - che corregge quella più cauta di vaccinare solo gli under 16 immunodepressi o malati cronici avanzata inizialmente dai consulenti del Joint Committee on Vaccination and Immunisation britannico (JCVI) - è peraltro limitata al momento all'ok a una singola dose di vaccino Pfizer o Moderna. A formalizzare la correzione di rotta - che il governo secondo i media aveva sollecitato, per far fronte ai timori connessi alla riapertura di tutte le scuole - sono stati in un briefing Chris Whitty, chief medical officer dell'Inghilterra, il suo vice Jonathan Van-Tam, la responsabile dell'agenzia di regolazione britannica sui farmaci (MHRA), June Raine, e i chief medical officer di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, Gregor Smith, Frank Atherton e Michael McBride. Presente pure un rappresentante del JCVI, il professor Wei Shen Lim. Il professor Whitty ha parlato di «una decisione difficile», presa adottando una sorta di via mediana in modo da cercare di «bilanciare rischi e benefici» in una fascia d'età in cui i contagi in proporzione stanno aumentando, ma restano in larga parte asintomatici o comunque non gravi; mentre ha negato un contrasto di sostanza con il JCVI.

Ha poi aggiunto che si è valutato che una dose possa garantire maggiore protezione immunitaria e ridurre il timore di contraccolpi negli ambienti scolastici, mentre ha assicurato che si continuerà a monitorare con cura tutte le indicazioni sui casi di effetti collaterali attribuiti nel mondo a Pfizer e Moderna. Casi che da parte sua la dottoressa Raine ha peraltro sottolineato essere stati finora «molto rari», in particolare fra i giovanissimi. Fissato infine un meccanismo per garantire il diritto al «consenso informato» dei ragazzi. 

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 18:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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