Dimitri Fricano, scarcerato perché obeso: il peso, le sigarette, le apnee notturne, così il killer di Erika Preti (condannato a 30 anni) è uscito dal carcere

Sabato 11 Novembre 2023
Dimitri Fricano, scarcerato perché obeso: il peso, le sigarette, le apnee notturne, così il killer di Erika Preti (condannato a 30 anni) è uscito dal carcere

Dimitri Fricano, 36enne condannato a 30 anni per aver ucciso Erika Preti con 57 coltellate, lascia il carcere perché «obeso e fumatore incallito».

Quattro giorni fa, l'uomo ha lasciato il penitenziario torinese delle Vallette per andarsi a stabilire in una piccola frazione del Biellese, da dove non si potrà allontanare se non per andare dai medici e, in ogni caso, senza mai lasciare la provincia. «Una decisione vergognosa», dice Fabrizio Preti, papà di Erika, che dal 2017 piange la morte di sua figlia. La ragazza è stata uccisa nel 2017, quando aveva 25 anni.

Cosa ha detto il papà di Erika Preti

«I domiciliari per Dimitri? Sono una decisione vergognosa. Sapevo non avrebbe scontato 30 anni di carcere, ma sei sono davvero troppo pochi. Non si augura la morte a nessuno, ma questa storia finirebbe solo così. Tanto nessuno mi ridarà indietro "la mia bambina". E per noi il dolore è ancora troppo forte», le parole di Fabrizio Preti al Corriere della Sera.  «Il tempo, dicono, rimargini le ferite, ma non quelle di due genitori ai quali viene portata via una figlia - dice ancora Fabrizio Preti -. Quando alcuni amici mi hanno fatto sapere, dopo averlo letto online, che Dimitri era stato mandato ai domiciliari si è riaperta una ferita. È stato come ricevere una pugnalata al cuore» «Il suo è un caso raro. Pensare che neanche i mafiosi ricevono questo trattamento. Mi ha però assicurato che, se dovesse guarire, tornerebbe in cella. Ci credo poco». 

La vicenda

Deve scontare una condanna a 30 anni di reclusione per l'omicidio della fidanzata ma ne passerà almeno uno fuori dal carcere, in regime di detenzione domiciliare, perché è un 'grande obeso' e deve ricevere l'assistenza necessaria. La decisione è del tribunale di sorveglianza di Torino e riguarda Dimitri Fricano, 36 anni, di Biella, l'uomo che nell'estate del 2017, a Sassari, trafisse con 57 coltellate Erika Preti nel corso di una vacanza a San Teodoro (Sassari).

Quanto pesa, i problemi fisici

Quattro giorni fa, l'uomo ha lasciato il penitenziario torinese delle Vallette per andarsi a stabilire in una piccola frazione del Biellese, da dove non si potrà allontanare se non per andare dai medici e, in ogni caso, senza mai lasciare la provincia. Al momento dell'arresto Fricano era un marcantonio di 120 kg. Oggi è una specie di gigante di 200 kg che, per via del peso, non riesce a muoversi se non con le stampelle o la carrozzina, e sempre con dolore. L'ordinanza del tribunale è un elenco lungo e dettagliato dei suoi problemi di salute non solo fisici. A cominciare dalla meningite che lo colpì nel 1989 per passare alla sindrome ansioso depressiva da bulimia, al disturbo di personalità, alle apnee notturne. Un soggetto a "forte rischio cardiovascolare" tanto per la sua condizione di "grande obeso" quanto per il vizio del fumo: nei report si legge che arriva a cento sigarette al giorno. In carcere, secondo i giudici, non può restare. Almeno per ora.

Le motivazioni della scarcerazione

«Non è in grado - scrivono - di assolvere autonomamente le proprie necessità quotidiane e ha bisogno di un'assistenza che non è possibile dispensare nell'istituto». Una dieta adatta, per esempio. Nel corso delle indagini si disse che Fricano scatenò la sua furia omicida su Erika dopo un banalissimo litigio. L'uomo sostenne di essere innocente e si decise a confessare solo un mese dopo, quando ormai tutti gli indizi stavano convergendo contro di lui. Nel 2020 la Corte di appello di Cagliari gli inflisse 30 anni.

 Una pena che lui stesso, scrivono i giudici di sorveglianza, riconosce come "equa". Però afferma di non ricordare nulla del delitto. Quella con Erika, a suo dire, era una relazione "appagante", e non riesce a spiegare perché ha ucciso la donna. «Con il tempo - è il parere degli psicologi che lo seguono - si è abituato ad attribuire la causa ai problemi mentali di cui soffre». E quando ne parla, manifesta «un grande senso di colpa» nei confronti di Erika, della sua famiglia e pure dei propri genitori «per le critiche che hanno ricevuto».

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