Il Mar Mediterrano si colora di nero e spaventa. Una fuoriuscita di petrolio che ha coperto una superficie di 800 chilometri quadrati sta minacciando le coste di Cipro e Turchia, con conseguenze potenzialmente devastanti per la biodiversità marina e gli ecosistemi. A lanciare l'allarme è il Wwf sottolineando che lo sversamento pone seri rischi anche per le comunità e le imprese che dipendono dal turismo e che utilizzano le risorse marine per la loro sopravvivenza. La fuoriuscita ha avuto origine in Siria, dove, secondo i resoconti locali, la rottura di un serbatoio della centrale termica di Baniyas ha portato allo sversamento in mare di grandi quantità di carburante e ha colpito diversi comuni che hanno già avviato le procedure di pulizia.
WWF is deeply concerned about the 800 km2 #oil spill that occurred in #Baniyas Syria and is threatening the coasts of Cyprus & Turkey with immediate and long-term effects on ecosystems & communities. Read statement & @EosOrbital satellite image analysishttps://t.co/VQ8GEAaLHa pic.twitter.com/d0Wr2mgxxm
— WWF Mediterranean Marine Initiative (@WWF_Med) September 1, 2021
«Esortiamo tutti i Paesi colpiti ad agire rapidamente e a stanziare fondi in modo che possa essere condotta un'efficace pulizia delle aree colpite per evitare ulteriori dispersioni e contaminazioni di habitat incontaminati e specie marine. È tempo che tutti i Paesi del Mediterraneo adottino misure forti per riadattare e mettere in sicurezza le infrastrutture obsolete di petrolio e gas in modo che non si verifichino altri incidenti di questo tipo» afferma Mauro Randone di Wwf Mediterranean Marine Initiative. Il Wwf esorta quindi i Paesi del Mediterraneo a: eliminare gradualmente i progetti esistenti e vietare nuovi progetti di esplorazione, estrazione e lavorazione di idrocarburi, in modo da rispettare gli obiettivi dell'Accordo di Parigi, e garantire che nessun ulteriore investimento sia diretto a sostenere gli impianti a petrolio e gas; applicare regolamenti più forti per prevenire tali incidenti, in particolare attraverso la ratifica e l'effettiva implementazione dei protocolli pertinenti della Convenzione di Barcellona (inclusi il protocollo offshore, il protocollo sulle fonti terrestri, il protocollo di prevenzione e di emergenza).