Accanimento politico-giudiziario in Texas per impedire a una donna di interrompere una gravidanza a rischio per la sua salute e per il feto, segnato da una grave anomalia cromosomica. Puoi morire, ma non abortire: potrebbe essere sintetizzata la dolorosa odissea di Kate Cox, già madre di due bambini e ora incinta alla ventesima settimana.
La ginecologa le ha consigliato di non portare a termine la gestazione, avvisandola che altrimenti mette a rischio anche la sua vita e la sua futura fertilità. Ma Kate Cox vive in Texas, uno Stato conservatore che ha una delle normative più restrittive in materia d'aborto dopo che nell'estate del 2022 la Corte suprema ha annullato la Roe v. Wade, la sentenza che aveva garantito per mezzo secolo il diritto federale delle donne americane di interrompere la gravidanza. Kate è già corsa al pronto soccorso quattro volte con forti crampi e perdita di liquidi, ma i medici le hanno detto di avere le mani legate dalla legge.
Per questo la donna ha dovuto iniziare una difficile battaglia giudiziaria, la prima del genere in Usa dopo la svolta del 2022, seguita ora da un'altra in Kentucky, anch'esso uno Stato conservatore. Nei giorni scorsi Cox ha vinto il primo round: la giudice distrettuale Maya Guerra Gamble ha stabilito che la donna ha diritto di abortire in base a una delle rare eccezioni mediche previste dalla legge del Lone Star State.
The United States is not well — this should not be happening.
Kate Cox found out last week that her unborn baby suffered from a chromosomal disorder which results in either stillbirth or early death of an infant. It could also result in her losing her uterus. She had to beg a… pic.twitter.com/amqw4L49XZ— Christopher Webb (@cwebbonline) December 9, 2023
Ma il giorno dopo l'attorney general Ken Paxton, un repubblicano estremista, ha fatto ricorso alla Corte suprema statale, che ha sospeso la decisione del giudice in attesa di entrare nel merito della questione, indifferente alle sofferenze e ai timori della donna. Paxton ha accusato Maya Guerra Gamble di aver abusato dei suoi poteri discrezionali e l'ha definita una «militante». Contemporaneamente ha inviato una lettera di diffida agli ospedali, minacciando di perseguire chiunque aiuti la donna ad abortire.
La legge texana consente l'interruzione di gravidanza nei casi in cui la vita della madre può essere in pericolo, ma i medici sostengono che il linguaggio non è chiaro e che rischiano conseguenze legali: sino a 99 anni di prigione, multe fino a 100 mila dollari e la revoca della licenza. «Così si criminalizzano le donne e i medici», accusano i democratici, per i quali la battaglia a favore del diritto d'aborto potrebbe essere trainante anche nelle prossime elezioni.