Tasse di novembre a rate e stop superbollo auto, via alle modifiche della delega fiscale

Alla Camera parte la discussione degli emendamenti presentati dai partiti

Domenica 18 Giugno 2023 di Michele Di Branco
Tasse di novembre a rate e stop superbollo auto, via alle modifiche della delega fiscale

Addio al Superbollo auto, rateizzazione delle tasse di novembre e ritenuta d’acconto dimezzata.

Maggioranza pronta a modificare la delega fiscale che, nell’arco di un paio d’anni, rivoluzionerà il sistema tributario italiano.

Mutui, aumenti choc: accenderli a tasso fisso costerà il doppio

Dopo lo stop ai lavori causato dalla morte di Silvio Berlusconi, la commissione parlamentare Finanze riprende domani alla Camera le votazioni sugli emendamenti. In ballo l’approvazione delle modifiche proposte dai partiti: in queste ore sono in corso le ultime limature dei pareri da parte del ministero dell’Economia.

Gli emendamenti presentati entro la scadenza del 26 maggio erano oltre 600. Solo i segnalati del centrodestra sono circa 120. Tra le principali semplificazioni su cui punta la maggioranza, ci sono la rateizzazione delle tasse di novembre, con sei rate da pagare nell’anno successivo; la riduzione della ritenuta d’acconto almeno alla metà, dal 20% al 10%; e l’abolizione delle microtasse e in particolare, appunto, il superbollo.


LA NORMATIVA
Il governo ha assunto l’impegno a destinare tutto ciò che si recupera dall’evasione alla diminuzione della pressione fiscale. Tra le proposte depositate dalla Lega, con buone possibilità di passare, figurano l’estensione della mini flat tax per gli autonomi anche alle associazioni professionali e società di professionisti composte da under 35, l’utilizzo del modello F24 come mezzo di pagamento unico per tutti i versamenti, la graduale abolizione dello split payment, del reverse charge e della normativa sulle società di comodo, il depotenziamento (compresa l’abolizione) della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie. Le modifiche chieste dalle opposizioni vanno dall’abolizione della flat tax (lo chiede +Europa) alla proposta (presentata da Iv) di Iva agevolata per gli interventi di messa in sicurezza del territorio da frane e alluvioni. Molte le modifiche, presentate un po’ da tutti i partiti, che vanno incontro alle richieste dei commercialisti: dall’istituzione del Garante nazionale del contribuente, alla richiesta di abrogazione del contributo per l’ammissibilità delle istanze di interpello.


«C’è una gran voglia di semplificare il fisco, ridurre la pressione fiscale e riequilibrare il rapporto tra cittadino e fisco», spiega il relatore del provvedimento, Alberto Gusmeroli (Lega), assicurando che in commissione si lavorerà con uno spirito “assolutamente costruttivo: siamo aperti a proposte migliorative anche dell’opposizione”. L’obiettivo del governo è chiudere l’esame del ddl entro l’estate, così da poter avviare le prime misure nel 2024. Il punto di partenza del nuovo sarà la riforma dell’Irpef, con il passaggio da 4 a tre aliquote. «Compatibilmente con le risorse«, ha ripetuto cauto nei giorni scorsi il viceministro Leo.


GLI SCAGLIONI
La strada, comunque appare già tracciata: l’idea di fondo, ha spiegato recentemente la premier Giorgia Meloni al tavolo con i sindacati, è di «ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori». Nel frattempo, come detto, ci si prepara a dire addio al Superbollo auto. Una scelta che rientra in un progetto più ampio di sfoltimento di alcuni micro tributi. Dal 2011, com’è noto, è in vigore un’addizionale erariale alla tassa automobilistica per le vetture che superano una determinata soglia di kilowattora. Nel 2012 la soglia è stata fissata in euro 20 per ogni kW di potenza del veicolo superiore a 185 kW per un veicolo nuovo. Con l’aumentare degli anni di anzianità si ha diritto a delle riduzioni: al 60% dopo 5 anni dalla data di costruzione, al 30% dopo 10 anni, al 15% dopo 15 anni. L’imposta extra non va più pagata decorsi venti anni dalla data di costruzione della vettura. Secondo la legislazione vigente il superbollo, che frutta 110 milioni, non sarà piu’ dovuto dal 1 gennaio 2037. Ma il governo è pronto ad anticipare i tempi.
 

Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 01:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA