​Smart working agevolato, addio dal 1° aprile: come cambiano le regole, per chi e come si potrà continuare

Dal 1 °aprile finisce il regime agevolato dello smart working per i fragili e i genitori di under 14. Si torna quindi alle regole ordinarie, con il lavoro agile regolato dagli accordi individuali tra dipendenti e datori di lavoro

Sabato 30 Marzo 2024 di Giacomo Andreoli
Una donna lavora in smart working da casa

Addio definitivo allo smart working per i lavoratori fragili e chi ha figli sotto i 14 anni di età. Da Pasquetta, lunedì 1° aprile, le regole cambiano e si torna al regime ordinario. Scadono infatti domani, a Pasqua, le regole straordinarie che erano state varate durante la pandemia da Covid-19 e poi prorogate fino ad oggi. In sostanza, quindi, si torna in tutto e per tutto ai soli accordi individuali tra dipendenti e aziende. E in più bisogna prestare attenzione al rischio multe (da 100 a 500 euro).

Vediamo nel dettaglio cosa succede dal 1° aprile.

Smart working, da aprile obbligo accordo individuale: cosa cambia

Smart working, cosa cambia dal 1° aprile

Nell'ultimo decreto Milleproroghe sono infatti eliminati tutti gli emendamenti per prorogare o rendere strutturale il lavoro agile per alcune categorie, sia del pubblico sia del privato. Dal 1° aprile i datori di lavoro non potranno quindi più accedere in modo semplificato alla possibilità di stabilire lo smart working per i dipendenti. Compresi quelli che sono in una condizione di fragilità e i genitori con figli sotto i 14 anni di età.

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Come funzionano gli accordi individuali

Il lavoro agile è normato da regole precise, per tutelare e i lavoratori e l’azienda. In primo luogo è necessario sottoscrivere un accordo individuale per il lavoro da remoto. Diventa un obbligo da aprile. Le aziende dovranno necessariamente procedere in questo modo, pena incorrere in sanzioni.

La parola chiave diventa dunque accordo individuale. Deve essere stipulato tra azienda e lavoratore. Oltre alla tipologia di accordo - tempo determinato o indeterminato - dovrà contenere le indicazioni specifiche nel caso di alternanza del lavoro in presenza e quello da casa. L'accordo deve prevedere specifiche regole sul luogo in cui il lavoratore potrà svolgere la propria mansione da remoto. L’azienda deve mettere al corrente il lavoratore di tutti gli strumenti da utilizzare per svolgere il lavoro da remoto, con le relative modalità di controllo.

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Il diritto alla disconnessione

L’intesa deve prevedere anche indicazioni a tutela dei dati e del lavoro del lavoratore e dell’azienda. Elemento da considerare, a tutela del lavoratore che presta servizio da casa è il diritto alla disconnessione, previsto dalla legge italiana, che determina che lo svolgimento del lavoro da remoto avviene secondo precise fasce orarie per garantire il corretto riposo e l’alternanza tra lavoro e vita privata al dipendente o collaboratore.

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Le possibili multe

Le aziende che non provvedono a stipulare un preciso accordo con i lavoratori in smart working possono essere multate a partire da aprile. Obbligo del datore di lavoro è procedere entro 5 giorni massimi dall’inizio della prestazione a comunicare l’inizio del lavoro tramite il portale Servizi Lavoro secondo la procedura standard.

I titolari che non provvedono a rispettare questa regola incorreranno in una multa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. Questo dovrà essere svolto anche per lavoratori considerati soggetti fragili e per coloro che hanno figli a carico di età inferiore a 14 anni, poiché termina la deroga prevista precedentemente. Inoltre l’impresa è obbligata a procedere alla conservazione dei documenti di accordo con i lavoratori in smart working per un periodo di almeno 5 anni.

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Ultimo aggiornamento: 22:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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