Arriva la super-rivalutazione. Il ministro dell’Economia ha firmato il decreto che fissa la percentuale di adeguamento delle pensioni in base all’inflazione 2022.
Superbonus 90% sarà concesso in base al reddito. E arriva la flat tax anche per i dipendenti
GLI ESEMPI
Ma vediamo cosa succederà con qualche esempio. Intanto va ricordato che l’incremento scatterà sugli importi lordi, comprensivi del conguaglio della rivalutazione 2022 scattato a novembre (+0,2%). Il trattamento minimo Inps è quindi fissato a 525,38 euro al mese. Per chi percepisce un assegno di questa entità - che non paga Irpef - l’adeguamento lordo del 7,3 per cento corrisponde a quello netto. Si passa così a 564 euro con una variazione di 38, sempre su base mensile. Ma le cose cambiano già poco al di sopra della soglia entro la quale l’imposta sul reddito si azzera: con 750 euro lordi si ha un incremento teorico di circa 55, che però si riducono a 39 per effetto della tassazione. Per una pensione da 1.000 euro lordi al mese la variazione netta mensile è di 52 euro, per una di 1.500 arriva a 75, per poi salire a circa 100 a quota 2.000. Poco al di sopra di questo valore la rivalutazione “frena” leggermente già a partire dal lordo. Questo perché, come prevede la legge, l’adeguamento del 7,3% si riferisce solo allo scaglione di pensione che arriva a 4 volte il minimo, mentre da 4 a 5 volte (ovvero da 2.102 a 2.627 euro mensili) la variazione positiva è applicata nella misura del 90 per cento e al di sopra delle 5 volte il minimo nella misura del 75. Il 90% del 7,3% vuol dire il 6,57% e il 75% il 5,475%. Si tratta comunque di un recupero abbastanza pieno rispetto a quello riconosciuto nel decennio scorso, quando i vari governi per risparmiare risorse finanziarie avevano previsto meccanismi molto penalizzanti per gli assegni medi e alti.
A conti fatti, per il momento, il recupero netto effettivo per le pensioni sottoposte a Irpef è del 5-6 per cento, variabile a seconda dell’effetto del prelievo fiscale sui vari scaglioni di reddito. Probabilmente non compensa del tutto l’impatto dell’ondata inflattiva, che dall’energia si è allargata alla spesa di tutti i giorni; ma è comunque un sostegno forte. Come accennato, a gennaio 2024 ci sarà probabilmente un significativo conguaglio, insieme alla rivalutazione legata all’aumento dei prezzi del prossimo anno.
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