Superbonus 90% sarà concesso in base al reddito. E arriva la flat tax anche per i dipendenti

Per le villette sconto del 90% sulla ristrutturazione solo se il proprietario non dichiara oltre 15 mila euro

Mercoledì 9 Novembre 2022 di Andrea Bassi
Superbonus 90% sarà concesso in base al reddito. E arriva la flat tax anche per i dipendenti

La prima manovra del governo Meloni prende forma. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nell’audizione di ieri in Parlamento ha dato più di qualche indizio sulle misure che comporranno la legge di bilancio.

Il ventaglio è largo. Ma, ha avvisato Giorgetti, i 21 miliardi dell’extra-deficit saranno usati tutti per le bollette, le altre misure dovranno finanziarsi all’interno del loro comparto. Ma quali sono queste misure?

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Innanzitutto la «flat tax», la tassa piatta con aliquota al 15 per cento. Le novità sostanziali sono due. La prima è che la flat tax per le partite Iva, che oggi è applicata ai redditi fino a 65 mila euro, coprirà dal 2023 i redditi fino a 85 mila euro. Una misura sulla quale c’è già il benestare europeo. Ma è la seconda novità quella sicuramente più rilevante. Per la prima volta la flat tax sarà parzialmente applicata anche ai lavoratori dipendenti e ai redditi da impresa. Funzionerà così: il reddito del 2022 sarà confrontato con il reddito più elevato dichiarato nei tre anni precedenti. Se il reddito del 2022 risulterà più alto, sulla differenza si pagherà un’aliquota del 15 per cento invece di quella Irpef dello scaglione di appartenenza. Se per esempio nel 2022 si sono guadagnati 50 mila euro e il reddito più alto dei tre anni precedenti è stato di 45 mila, su 5 mila euro scatterà la flat tax. 

I FRINGE BENEFIT

La seconda novità riguarda i benefit concessi dalle aziende ai dipendenti. Le erogazione delle imprese ai propri lavoratori per fronteggiare il caro bollette o altri tipi di aiuti, saranno totalmente esentasse fino a 3 mila euro. Un sistema copiato, ha ricordato Giorgetti, da quello introdotto in Germania e il cui scopo è mettere soldi in più nelle tasche dei lavoratori senza però il rischio di innescare la spirale tra salari e inflazione. 

Confermata anche la «tregua fiscale», con l’ipotesi di nuova rottamazione e stralcio per le cartelle di importo minore. Anche per questa nuova sanatoria si starebbe ragionando di una modulazione in base al reddito. Per chi guadagna meno di 15 mila euro, lo stralcio potrebbe arrivare alle cartelle fino a 2.500 euro. Per gli altri ci sarebbe invece uno sconto su sanzioni e interessi. Si pagherebbe tutta l’imposta più un 5 per cento forfettario. La tregua potrebbe comprendere anche una adesione all’accertamento per chi, in pratica, la cartella non l’ha ancora ricevuta. Si pagherebbero anche in questo caso le imposte per intero maggiorante del forfait del 5 per cento ma con la possibilità di rateizzare il pagamento in 5 anni. 

LE DETRAZIONI

Per finanziare la riforma fiscale il governo ha sul tavolo l’ipotesi di un taglio delle detrazioni. Non tutte, come ha spiegato ieri lo stesso Giorgetti. Verrebbero salvate quelle considerate più “meritevoli” come le detrazioni per le spese sanitarie e per i mutui prima casa. Le altre invece, verrebbero tagliate per i redditi superiori a 60 mila euro per azzerarsi a 120 mila euro di reddito. 

 

I BONUS EDILIZI

Un capitolo centrale della manovra di bilancio sarà la «razionalizzazione» dei bonus edilizi. Giorgetti ha contestato l’iniquità del meccanismo attuale, che dà molti soldi a pochi. Senza contare, ha detto, che i bonus costeranno molto più del previsto nei prossimi anni (circa 36 miliardi in più). Il superbonus del 110% dunque, non solo sarà ridotto nell’importo, ma sarà reso più equo. In che modo? Parametrandolo al reddito. Almeno per le case unifamiliari (per i condomini è più complicato e rischierebbe di introdurre dei conflitti d’interesse tra condomini). Innanzitutto la percentuale della detrazione scenderà per tutti i bonus oggi al 110% fino al 90%. La detrazione piena, però, nel caso delle villette, potrà essere chiesta soltanto dai proprietari che vivono nell’abitazione (prima casa) e che hanno un reddito non superiore a 15 mila euro. Reddito che sarà adeguato in base al numero di componenti del nucleo familiare. Dunque più figli si hanno, maggiore sarà il reddito che dà accesso allo sconto pieno. 

Giorgetti ha anche chiuso la porta a qualsiasi ipotesi di usare i bonus come “moneta fiscale”. No, dunque, alla libera circolazione dei crediti. A chi è preoccupato del futuro delle 30 mila imprese che hanno nei loro cassetti fiscali bonus congelati per 6 miliardi di euro, Giorgetti ha prospettato un piano straordinario di efficientamento degli edifici pubblici da finanziare con il RepowerEu, il programma della Commissione europea per la lotta al cambiamento climatico. Un programma che potrebbe dare, ha detto il ministro, una valvola di sfogo all’edilizia e a quelle imprese che sono nate a seguito dei superincentivi fiscali e che oggi si trovano in un limbo.

Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 14:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA