Pensioni, arriva la stretta sulle uscite anticipate. Ape, Opzione donna e Quota 104: ecco le novità

Mercoledì 25 Ottobre 2023
Pensioni, arriva la stretta sulle uscite anticipate. Ape, Opzione donna e Quota 104: ecco le novità

Pensioni, tutte le novità.

Quota 104 con penalizzazione e finestra di uscita più lunga, Ape sociale confermato ma solo dai 63 anni e 5 mesi di età, opzione donna ancora possibile a 61 anni (invece di 60) solo per la limitatissima platea dello scorso anno.
E ancora una mini-stretta sulle pensioni dei dipendenti degli enti locali e degli insegnanti e l'ulteriore taglio alla rivalutazione delle pensione alte. Come ampiamente previsto il capitolo previdenza della legge di Bilancio concede poco a pensionandi e pensionati, mentre al contrario permetterà allo Stato di realizzare significativi risparmi, che nel 2024 ammontano ad oltre un miliardo.

Dunque dal prossimo gennaio chi vorrà lasciare il lavoro prima di quanto prevedono le regole della legge Fornero potrà contare su alcuni limitati canali. Il primo è Quota 104, ovvero l'uscita con almeno 63 anni di età e 41 di contributi. Rispetto allo scorso anno il requisito anagrafico è aumentato di un anno (erano 62) ma, come annunciato dal ministro Giorgetti, ci saranno anche altre limitazioni. La prima riguarda l'importo dell'assegno, che nella sua quota calcolata con il sistema retributivo verrà ridotto (mediante coefficienti di trasformazione) in proporzione agli anni che mancano all'età della pensione di vecchiaia: dunque prima si esce, meno si prende. Inoltre si allargano le finestre di uscita, ovvero il tempo che deve trascorrere tra la maturazione del diritto e l'effettivo accesso alla pensione: saranno sei mesi per i dipendenti privati e nove per i pubblici.

L'INDENNITÀ

Quanto all'Ape sociale, che non è un vero e proprio trattamento previdenziale ma un'indennità provvisoria fino al momento del pensionamento (riservata a categorie particolari come pensionati, disabili o lavoratori impegnati in mansioni faticose) nel 2024 potrà essere fruito da coloro che hanno almeno 63 anni e 5 mesi (invece di 63). L'indennità, che vale fino a 1.500 euro mensili, non è cumulabile con altri redditi tranne quelli da lavoro autonomo occasionale fino a un massimo di 5 mila euro l'anno.
Anche Opzione donna viene prorogata per un anno ma con il requisito di 61 anni di età invece di 60 (riducibili fino a 59 se l'interessata ha figli) e con gli stessi paletti dello scorso anno: potranno quindi accedere solo le lavoratrici con invalidità civile oltre i 74%, oppure che assistono un parente con handicap o ancora licenziate o dipendenti da un'azienda in crisi. Con questi vincoli la platea sarà estremamente ridotta. Un'ulteriore novità non farà probabilmente piacere ad alcune categorie di lavoratori pubblici: dipendenti degli enti locali, sanitari e insegnanti elementari. Quelli che vanno a riposo con una quota di pensione retributiva inferiore ai 15 anni subiranno una lieve sforbiciata delle aliquote di rendimento e quindi dell'assegno stesso. Una norma pensata con l'obiettivo di armonizzare le varie gestioni previdenziali pubbliche.
Chi invece in pensione è già andato vedrà una leggera modifica delle percentuali di adeguamento all'inflazione. Per gli assegni tra 2.270 e 2.840 euro mensili lordi c'è un miglioramento: l'indicizzazione sarà al 90% per cento e non all'85. I trattamenti oltre dieci volte il minimo Inps (5.680 euro sempre lordi) si dovranno invece accontentare di una rivalutazione al 22 per cento (finora era al 32). Ma novità ben più rilevanti per la rivalutazione delle prestazioni sociali potrebbero venire dal 2027: nell'ambito delle procedure di revisione della spesa un'apposita commissione valuterà il passaggio dall'attuale indicatore, l'indice dei prezzi al consumo, al deflatore del Pil: parametro che normalmente risulta più contenuto anche perché essendo legato a beni e servizi prodotti nel territorio nazionale non tiene conto dell'inflazione "importata".

LA SPERANZA DI VITA

Per le pensioni anticipate, attualmente accessibili con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall'età (un anno in meno per le donne) tornerà dal 2025 invece che dal 2027 l'aggancio alla speranza di vita, che sulla carta può incrementare di qualche mese il requisito contributivo. Nella pratica però questo non succederà perché gli andamenti effettivi della mortalità (condizionati dal Covid) hanno già determinato anche per i prossimi anni un aggiornamento nullo.
Novità anche per le pensioni contributive del futuro. Da una parte sarà più facile accedere all'assegno di vecchiaia anche se questo è molto basso: basterà che risulti uguale all'assegno sociale (oggi si chiede che sia una volta e mezzo questo importo). In questo modo gli interessati non saranno costretti a lavorare anche oltre i 70 anni per maturare la somma. Al contrario però, il minimo viene alzato per i trattamenti anticipati con 64 anni di età (incrementabili) e 20 di contributi: servirà aver maturato un importo pari a 3,3 volte l'assegno sociale, invece che 2,8.


Luca Cifoni

Ultimo aggiornamento: 17:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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