Partite Iva, tassa da pagare ogni mese e addio maxi-acconti: ecco cosa cambia e le nuove scadenze

Adempimenti semplificati: versamenti spalmati in 12 rate. Costo zero per lo Stato

Lunedì 19 Febbraio 2024 di Francesco Bisozzi
Partite Iva, tassa da pagare ogni mese e addio maxi-acconti: ecco cosa cambia e le nuove scadenze

Da quest’anno cinque milioni di partite Iva potranno pagare le tasse in dodici mesi.

Nel decreto dell’8 gennaio con norme per la razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari è già stata introdotta la possibilità per gli autonomi di dilazionare in sette mesi (anziché sei) il pagamento del saldo e del primo acconto delle imposte sull’anno precedente. Ora il governo lavora per rendere strutturale anche la misura che per quest’anno, in via sperimentale, consente alle partite Iva fino a 170 mila euro di reddito di rateizzare (e ritardare a gennaio senza interessi) il pagamento del secondo acconto, quello di novembre, su cinque mesi. Alberto Gusmeroli, autore della riforma, presidente della commissione Attività produttive di Montecitorio e responsabile per le materie fiscali della Lega è categorico: «Contiamo di intervenire con un decreto nei prossimi tre mesi. L’operazione non comporta costi per lo Stato e assicura maggiore liquidità a professionisti e imprese, che in futuro avranno a che fare con un Fisco più equo». 

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La posizione è condivisa da Fdi e Forza Italia che puntano con forza a cambiare il sistema fiscale, da un lato rendendo più semplice la vita dei contribuenti e dall’altra consentendo un gettito regolare. Non solo. Ci sono altre novità in arrivo: si ragiona, per esempio, sulla possibilità di permettere ai contribuenti di pagare le tasse direttamente con la carta di credito. Anche i contributi previdenziali Inps relativi al secondo acconto potrebbero essere pagati in più mensilità in futuro, mentre adesso vanno versati a novembre in un colpo solo.  

LE MODALITÀ
La rateizzazione del maxi-acconto di novembre ha riguardato quest’anno 3,5 milioni di autonomi, professionisti, artigiani e commercianti fino a 170.000 euro di ricavi e compensi. 

Se la misura verrà ampliata all’intera categoria delle partite Iva, saranno oltre cinque milioni i soggetti a cui, a partire da quest’anno, non verrà più richiesto di pagare metà delle tasse in anticipo, bensì a consuntivo, dunque ad anno concluso e reddito effettivamente guadagnato.

«Vogliamo rendere la misura strutturale estendendola a tutti, compresi dipendenti e pensionati con altri redditi, con lo scopo anche di abolire la ritenuta d’acconto per un milione di professionisti che, a questo punto, con il pagamento delle tasse in dodici mesi, non avrebbe più ragione d’essere mantenuta», spiega al Messaggero Alberto Gusmeroli. 

LE CARATTERISTICHE
L’operazione - ragiona - è a costo zero. Perché gli incassi registrati dopo vengono spostati poi sul bilancio dell’anno precedente. «Quando nel 2020 ho depositato la proposta di legge a mia prima firma per rateizzare l’acconto di novembre da gennaio a maggio dell’anno successivo – sottolinea il presidente della commissione Attività produttive della Camera – il Mef aveva detto che la misura sarebbe costata allo Stato ben 9 miliardi di euro. Così tramite l’Istat ho sottoposto a Eurostat un quesito sulla materia e la risposta è stata che in virtù dei principi contabili questa operazione non comporta aggravi per le casse pubbliche». 

Sulla possibilità di dilazionare i pagamenti relativi ai contributi Inps del secondo acconto Gusmeroli aggiunge: «Con il neo presidente dell’Inps, Gabriele Fava, avvieremo senz’altro un’interlocuzione costruttiva al fine di comprendere anche i contributi previdenziali nell’ambito della rateizzazione. La direzione è questa».  In un’ottica di semplificazione del sistema fiscale rientra anche il pagamento delle tasse con carta di credito. «Il sommerso si combatte efficacemente oltre che con i controlli, semplificando il sistema fiscale, riducendo gradualmente la tassazione e con un rapporto migliore tra cittadino e fisco. Con Fratelli d’Italia stiamo pensando perciò anche al pagamento delle tasse con carta di credito», conclude Gusmeroli. 

I VINCOLI
Le partite Iva intanto stanno tornando ad aumentare e oggi la platea è stabilmente sopra i 5 milioni di effettivi. Vent’anni fa erano più di sei milioni. Oggi è in crescita la quota di partite Iva senza albo od ordine professionale, quindi appartenenti a web designer, social media manager, formatori, consulenti aziendali e informatici. In diminuzione le attività che costituiscono il lavoro autonomo “classico” e che rappresentano quasi il 75% circa del totale: artigiani, piccoli commercianti e agricoltori.
Tra il 2014 e il 2022 il numero complessivo di queste tre categorie è sceso di 495 mila unità. Gli agricoltori sono diminuiti di 33.500 unità (-7,5 per cento), i commercianti di 203.000 unità (-9,7 per cento) e gli artigiani di quasi 258.500 unità (-15,2 per cento).  


 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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