Incentivi auto 2024, bonus fino a 13.500 euro solo se non si vende il veicolo per un anno. Ecco tutte le novità

Il ministero vuole 200mila auto da Mirafiori Urso: altri marchi possono produrre in Italia

Mercoledì 3 Aprile 2024
Incentivi auto 2024, bonus fino a 13.500 euro solo se non si vende il veicolo per un anno. Ecco tutte le novità

Per ottenere il nuovo bonus auto fino a 13.500 euro non si potrà vendere l’auto acquistata per almeno un anno.

Due se ad acquistarla è una società, un ente o una fondazione (che tra l’altro potranno usufruire degli sconti solo per auto green o ibride, non a benzina poco inquinanti). Anche questa volta, quindi, come già accaduto in passato per l’ecobonus legato a rottamazione e acquisto di vetture e moto, scatta il vincolo per avere il contributo.

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Il decreto

Il testo del decreto, voluto dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, è pronto, ma ci vorrà ancora un mese per l’entrata in vigore effettiva degli incentivi. Deve infatti passare il vaglio della Corte dei conti, per poi essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Nel frattempo Invitalia deve aggiornare la piattaforma web su cui le concessionarie potranno prenotare l’importo che poi sarà riconosciuto al cliente finale. In campo c’è quasi 1 miliardo, con aiuti anche per furgoni e minibus.

Cosa cambia

Tra le pieghe del decreto, poi, per chi compra moto nuove, spunta l’obbligo di provare che si è proprietari del veicolo vecchio da rottamare (o lo è un familiare convivente) da almeno un anno.In attesa della fine dell’iter burocratico, però, rimangono in piedi solo i vecchi incentivi fino a 5mila euro. Con gli sconti raffirzati è previsto l’acquisto di 80-100mila auto nuove e i sindacati ipotizzano che saranno principalmente i modelli oggi in produzione in Italia (dalla Panda, alla 500 elettrica, passando per la Jeep e i modelli plug-in).

Gli incentivi

La partenza degli incentivi è particolarmente importante anche ai fini del buon esito dei tavoli su Stellantis. L’ad Tavares lo ha detto più volte, rimproverando al governo - che non ha gradito - di essere troppo lento. In questo contesto i tavoli al Mimit sugli stabilimenti Stellantis continuano a non portare quasi nessun risultato. Ieri c’è stato quello su Mirafiori e l’azienda ha confermato che il destino della fabbrica torinese resta legato a stretto filo con quello della 500 elettrica. «Un gioiello che sarà sempre legato alla città di Torino che è, e sarà la Casa della 500» ha detto Davide Mele, il rappresentante di Stellantis Italia. Ma le sue parole non convincono. Né i sindacati, che chiedono un modello aggiuntivo, temendo che il mercato non riesca ad assorbire numeri tali da garantire una produzione adeguata agli attuali livelli occupazionali, né gli altri interlocutori.

 

I numeri

Gli enti locali e il padrone di casa, il ministro Urso. «È necessario che a Mirafiori si producano almeno 200mila vetture. Chiediamo che ci sia un modello di auto competitivo» spiega il ministro, che parla di diversi marchi alternativi a Stellantis che potrebbero investire in Italia per produrre le loro vetture qui. «Molti marchi asiatici devono decidere dove farlo in Ue» dice sibillino, dopo aver parlato di alcune richieste preliminari che sarebbero già arrivate al Mimit. Delusi dall’incontro i sindacati. «Dal tavolo nessuna garanzia» dicono e la Fiom ricorda lo sciopero unitario a Torino del 12 aprile. 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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