Contratti, torna l'ipotesi della settimana "corta" di 4 giorni

Mercoledì 12 Ottobre 2022
Contratti, torna l'ipotesi della settimana "corta" di 4 giorni
(Teleborsa) - Intesa Sanpaolo, prima banca in Italia e primo datore di lavoro, che conta 96mila dipendenti nel mondo, lancia la proposta della settimana "corta" di 4 giorni. E' la prima volta nel nostro Paese che un'azienda propone questa alternativa nell'ambito di trattative con i sindacati e potrebbe diventare un precedente per future contrattazioni collettive.

La proposta della Banca potrebbe allineare l'Italia ad altri Paesi europei che hanno un orario o una settimana ridotta, come Olanda, Danimarca, Norvegia e Irlanda. In Regno Unito è nato anche un movimento denominato "4 day week global", che ha trovato seguaci in Spagna, Stati uniti, Australia e Nuova Zelanda.

La proposta della settimana corta è stata lanciata dalla banca nell'ambito delle trattative con i sindacati - Fabi, Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Unisin - sulla flessibilità del lavoro e sullo smart working, per disciplinare le nuove modalità di lavoro nell'era post-pandemia. Si prevede una riduzione dell'orario a 36 ore settimanali rispetto alle attuali 37,5 ore settimanali, suddivise su 4 giorni anziché 5 giorni, per un totale di 9 ore al giorno. Una opzione che in realtà è in linea con quanto già previsto dal contratto dei bancari, che contempla anche la settimana corta di 4 giorni (a 36 ore) e quella lunga di 6 giorni (sempre di 36 ore).

Il giorno "libero" sarà facoltativo e potrebbe tendenzialmente essere scelto dai dipendenti, d'intesa con il responsabile, compatibilmente con le esigenze di organizzazione dei turni e delle altre esigenze tecniche.

Per i sindacati la proposta presenta vantaggi - l'orario ridotto e un giorno libero in più a settimana - e svantaggi in termini di relazioni poiché la proposta al momento coinvolgerebbe solo i dipendenti degli uffici centrali (governance) e creerebbe una disparità di trattamento. In più, i sindacati puntano più che altro a disciplinare lo smart warking, non solo i tempi di lavoro e disconnessione, ma anche questioni più economiche come i buoni pasto, da pagare anche nelle giornate di lavoro a casa, ed un contributo aggiuntivo per i costi di connessione, energia e postazione di lavoro.


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