Calzedonia ora punta ai vigneti: nuovi investimenti in tre regioni

Domenica 21 Agosto 2022 di Carlo Ottaviano
Calzedonia ora punta ai vigneti: nuovi investimenti in tre regioni
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ROMA - Non stupiscono i dati economici del boom turistico di questa estate, tornati ai livelli pre-covid. L'indicatore più interessante riguarda però la conferma di una tendenza rilevata in giugno dall'Osservatorio Confimprese-Ey: il consumo di vino e cibo fuori casa tira più della voglia di indossare abiti all'ultima moda. Nel confronto tra i settori food e abbigliamento-accessori, il primo segna un incremento rispetto allo scorso anno del +11,4%; il secondo un calo nelle vendite del -3,7% (e del -2% per il retail non food). L'agricoltura e l'agroalimentare, del resto, sono stati tra i settori che hanno dimostrato maggiore resilienza durante la pandemia e adesso nonostante le difficoltà e gli aumenti dei prezzi continuano a macinare record nell'export (+11,4% nel primo trimestre). Consapevoli di questi numeri, molte aziende della moda diversificano puntando proprio sul mondo del vino o potenziano le presenze che già hanno. È il caso del gruppo veneto Calzedonia della famiglia Veronesi (altri loro brand sono Tezenis, Intimissimi, Falconeri e Atelier Eme, per un giro d'affari complessivo di 2,5 miliardi di euro in oltre cinquemila punti vendita). Già presenti nel settore con la catena Signorvino (27 enoteche con cucina, fatturato nel 2021 di 37 milioni di euro) i Veronesi - di nome e di fatto - hanno deciso di investire 20 milioni in nuovi vigneti in Lazio, Sardegna e Trentino.

Punto di partenza le coltivazioni con metodo biologico ai Castelli Romani (Velletri) nei Tenimenti del Leone (30 ettari a vite, 20 a uliveto).


IL PIANO
Scelta coraggiosa, perché negli ultimi decenni la reputazione tra i winelover del vino della zona non è stata delle migliori. «È un territorio ha spiegato Federico Veronesi, figlio del fondatore del gruppo Sandro e general manager del settore - che ha sempre avuto una importante vocazione enologica. Ma paga la mancanza di unità sul fronte commerciale e scelte produttive un po' avventate. Stiamo cominciando a lavorare con un gruppo di aziende con la nostra stessa visione e speriamo presto di vederne i risultati sul mercato». Le autoctone Cesanese, Malvasia e le internazionali Chardonnay, Merlot e Sirah sono le varietà su cui si punta. In Sardegna (sei ettari a Vermentino e Cannonau ad Alghero, non lontano dal parco naturale di Guardia Grande) e Trentino (altri sei ettari a Chardonnay e Pinot Nero) i punti di partenza nelle altre regioni. Contemporaneamente procede la crescita della catena Signorvino, il cui fatturato a fine anno dovrebbe arrivare a 57 milioni (+ 54%), senza calcolare le vendite e-commerce. Nel 2021 erano state vendute 1.007.905 bottiglie di 2mila diverse etichette. Il numero totale di dipendenti passerà da 410 a quasi 600 grazie all'apertura di una decine di nuove sedi.
«C'è molto interesse - spiega Federico Veronesi - intorno al mondo Signorvino. Abbiamo ottenuti buoni risultati a Roma e ciò ci invoglia e spingerci ancor più nelle regioni del Sud Italia, per consolidare la nostra presenza in Italia e arrivare anche all'estero». Aperture sono previste in Polonia e Repubblica Ceca e, a inizio del prossimo anno, perfino a Parigi.


L'INTERESSE
Il settore del vino continua quindi ad avere un grande appeal presso gli investitori. Nell'ultimo anno le operazioni più importanti hanno riguardato i fondi italiani Clessidra (che ha creato un gruppo da 430 milioni con i brand Botter e Mondodelvino), Platinum (che ha rilevato Farnese, 80 milioni), Hyle Capital (che ha completato l'acquisto di Contri Spumanti, 101 milioni) e Quadrivio e Panbianco che tramite Made in Italy Fund sono entrati nel capitale della società Prosit (una decina di cantine familiari in quattro regioni con una previsione a fine anno di 89 milioni di euro di giro d'affari).
Poi ci sono i rumors. Il più clamoroso - riferito dall'inglese The Times - riguarda Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo. Durante il suo recente viaggio di inizio luglio in Italia avrebbe trattato l'acquisto del Castello di Bibbiano e degli annessi vigneti di Chianti a Buonconvento in provincia di Siena, di proprietà delle Tenute Silvio Nardi, uno dei marchi storici del Brunello di Montalcino.

 

Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 10:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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