Autostrade, la cessione a Cdp nelle mani di Benetton e dei soci di Atlantia

Sabato 29 Maggio 2021 di Rosario Dimito
Autostrade, la cessione a Cdp nelle mani di Benetton e dei soci di Atlantia

MILANO Dario Scannapieco prende il timone di Cdp martedì 1, quando nel pomeriggio, il cda convocato ieri ad hoc per insediare la nuova governance decisa dell'assemblea di due giorni fa, sulla base del metodo Draghi che mettendo da parte le mani dei partiti, ha installato al vertice delle prime società pubbliche da rinnovare (appunto Cdp e Fs) figure di alto profilo manageriale. Sul tavolo Scannapieco si troverà il primo dei vari dossier nei quali Cassa è coinvolta: l'acquisto della maggioranza (88%) di Autostrade che il giorno prima l'assemblea di Atlantia dovrebbe quasi certamente indirizzare verso il consorzio guidato da Cassa, Blackstone e Macquarie: gli investitori il 31 marzo hanno fatto un'offerta binding di 9,1 miliardi arrotondata dal ticking fee (percentuale sui flussi di ricavi fino al closing del primo trimestre 2022) del 2% pari a circa 200 milioni. L'assise darà un orientamento al cda della holding che nella serata sempre di lunedì 31 sarà convocato per il 10 giugno allo scopo di autorizzare la firma del signing (25-30 giugno).
Si chiuderà definitivamente dopo 11 mesi un negoziato che come indica il tempo, è stato faticoso, controverso, combattuto per responsabilità della politica (specie M5S) che ha voluto condizionare l'esito della vicenda, nata quasi con un intento punitivo nei confronti dei Benetton, ritenuti responsabili del crollo del Ponte di Genova nonostante ci sia ancora un'inchiesta penale aperta.


L'ACCORDO SU OPEN FIBER
Lo snodo cruciale sarà la riunione dei soci di Atlantia di lunedì (iscritto finora il 70%) dall'esito scontato, innanzitutto perché Edizione (30%) e Fondazione Crt (5%) hanno da tempo scoperto le carte schierandosi a favore della vendita alla cordata Cdp: per favorire questa operazione, in occasione della precedente assise eventuale proroga al 31 luglio del termine per la scissione proporzionale di Aspi, hanno bocciato questa eventualità. Si aggiunga che i pareri dei principali proxy advisor (Glass Lewis, Iss e Frontis) sono tutti a favore all'operazione, concordi nel sottolineare che - data la prospettiva di ampia incertezza che va avanti dal 14 agosto 2018 e la mancanza di alternative (se non quella di intentare un pericoloso scontro giudiziario con il Governo) - la vendita a Cassa e ai due fondi costituisce la migliore opzione disponibile. Questo perché il consiglio presieduto da Fabio Cerchiai e guidato da Carlo Bertazzo ha fatto di tutto per arrivare almeno alla parte bassa della forchetta di valutazioni su Aspi indicata dagli advisor di Atlantia. Inoltre perché questa mossa consentirà alla holding di rilanciarsi, avviando una asset rotation con nuovi investimenti grazie alla liquidità ottenuta.
Scannapieco riceverà tutte le deleghe di ad come «auspicato» dal tesoro nel momento della nomina in un board dove la rappresentanza del Mef ha sei membri: quattro sono new entry e di queste due donne che si aggiungono ad altre due confermate più una indicata dalle fondazioni. Oltre a trovarsi fresco di decisione il dossier Aspi, Scannapieco nelle ore successive dovrebbe trovarsi sulla scrivania il signing della vendita da Enel a Cdp del 10% di Open Fiber di cui Enel contemporaneamente girerà il 40% a Macquarie. Il riassetto della società fibra dove via Goito salirà al 60% potrebbe contribuire a inquadrare la nascita della rete unica mediante fusione con Fibercop, secondo un piano che il governo sembra aver messo in stand by.

 

Ultimo aggiornamento: 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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