Assegno inclusione, sgravi per le assunzioni di chi prendeva il Reddito. Sconto di 8mila euro per ogni lavoratore selezionato tra chi riceve il nuovo sussidio

Domenica 31 Dicembre 2023 di Andrea Bassi
Assegno inclusione, sgravi per le assunzioni di chi prendeva il Reddito. Sconto di 8mila euro per ogni lavoratore selezionato tra chi riceve il nuovo sussidio

Tra meno di ventiquattro ore non ci sarà solo l’addio definitivo al vecchio reddito di cittadinanza che sarà sostituito dal nuovo assegno di inclusione.

Contemporaneamente entreranno anche in vigore i maxi sgravi contributivi ai datori di lavoro che assumeranno i beneficiari del nuovo sussidio. Un taglio dei versamenti all’Inps del 100 per cento che andranno a vantaggio dei datori di lavoro che stipuleranno un contratto a tempo indeterminato con un percettore dell’assegno di inclusione. 

Il dettaglio

La norma era stata prevista dal governo proprio in virtù della strategia “anti-divano”. Fare in modo cioè, di dare una possibilità di occupazione a chiunque sia in grado di lavorare, facendo in modo che il nuovo sussidio sia un sostegno indirizzato soprattutto per dare tempo alle persone “occupabili” di formarsi e poi effettivamente di occuparsi.


L’Inps ha appena diramato la circolare applicativa per attivare lo sgravio contributivo. Ai datori di lavoro privati che assumeranno i beneficiari dell’Assegno di inclusione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale, o anche mediante contratto di apprendistato, spiega la circolare dell’Istituto nazionale di previdenza, è riconosciuto per ciascun lavoratore, per un periodo massimo di dodici mesi, l’esonero dal versamento del 100 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, con esclusione dei premi e dei contributi dovuti all’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro su base annua. 

Lo sconto

Si tratta, spiega la circolare Inps, di uno sconto mensile sul costo del lavoratore di 666 euro che andrà a beneficio del datore. Il contributo spetterà anche a chi assume un percettore del “nuovo reddito” con un contratto a termine. Ma in questo caso il beneficio per il datore di lavoro sarà dimezzato. In caso di contratto di lavoro subordinato a tempo determinato o stagionale, pieno o parziale, spiega la circolare dell’Inps, è riconosciuto per ciascun lavoratore, per un periodo massimo di dodici mesi e comunque non oltre la durata del rapporto di lavoro, l’esonero dal versamento del 50 per cento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro, nel limite massimo di importo pari a 4.000 euro su base annua, ossia 333 euro su base mensile.


L’Inps inoltre chiarisce, che lo sconto sui contributi è riconosciuto anche a chi assume un percettore dell’altro sostegno, quello per il Supporto per la Formazione lavoro, l’assegno entrato in vigore a settembre di quest’anno per aiutare gli ex percettori del Reddito di cittadinanza “occupabili” a trovare un corso di formazione a loro adatto e per inserirli nel mercato del lavoro.La decontribuzione, tuttavia, chiarisce l’Inps, potrà essere richiesta soltanto dai datori di lavoro privati. Non si applicherà dunque, in caso di assunzioni da parte delle Pubbliche amministrazioni.

Il meccanismo

Per ottenere lo sgravio, inoltre, i datori di lavoro dovranno inserire le loro offerte di occupazione sulla piattaforma Siisl, quella creata proprio con lo scopo di incrociare la domanda dei lavoratori con le offerte dei datori. Un contributo del 30 per cento della decontribuzione massima, poi, sarà poi riconosciuto a chi effettua una mediazione, come per esempio le agenzie interinali. In questo caso, il contributo per la mediazione sarà di 2.400 euro per un’assunzione a tempo indeterminato e di 1.200 euro per una a termine. 

La linea

Lo sgravio contributivo, spiega inoltre l’Inps, sarà riconosciuto alle imprese, anche per le trasformazioni dei contratti a termine in tempo indeterminato. In questo caso si potranno avere altri 12 mesi di decontribuzione piena che potranno essere sommati ai 12 mesi di decontribuzione parziale ottenuti per il contratto a tempo determinato. L’Inps poi ricorda che lo sconto pieno, quello per i contratti a tempo indeterminato, dovrà essere restituito nel caso in cui il lavoratore beneficiario fosse licenziato nei successivi 24 mesi, a meno che non si tratti di un licenziamento per giusta causa o giustificato motivo. La decontribuzione, infine, è stata finanziata con un plafond di fondi pubblici, esaurito il quale l’Inps non accetterà più domande. A disposizione ci sono 100 milioni per il 2024 che saliranno a 104 milioni nel 2025. 
 

Ultimo aggiornamento: 1 Gennaio, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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