Agricoltura, i trattori tornano nei campi: dalla Ue meno burocrazia e paletti green

A due mesi dall’inizio delle proteste, Bruxelles ha allentato i vincoli ambientali e ha concesso una generale sburocratizzazione della Pac. Resta il tema del sostegno al reddito: dalla Commissione un Osservatorio su costi di produzione e commercio

Mercoledì 3 Aprile 2024 di Gabriele Rosana
Agricoltura, i trattori tornano nei campi: dalla Ue meno burocrazia e paletti green

Mettete dei fiori nei vostri trattori. A due mesi dall’inizio delle mobilitazioni su larga scala in tutta Europa, Bruxelles non ritira la mano tesa da subito agli agricoltori in protesta e mette sul piatto un ventaglio di concessioni.

Si va da un allentamento dei vincoli ambientali a cui è condizionato l’esborso dei fondi Ue a una generale sburocratizzazione della Politica agricola comune (Pac), il programma di sovvenzioni che vale 386,6 miliardi di euro fino al 2027, fino a un giro di vite sull’import di grano da Russia e Ucraina.

Oltre a promesse di lungo termine per fare luce sulle pratiche commerciali scorrette nella filiera agroalimentare e per ripensare struttura e funzionamento della Pac, temi su cui gli agricoltori non abbassano la guardia.


L’INDIRIZZO 

Il mantra è quello che la presidente dell’esecutivo europeo Ursula von der Leyen, che ha già indossato i panni della candidata alla successione a se stessa dopo il voto Ue di giugno, ripete a ogni occasione utile: Bruxelles è dalla parte degli «agricoltori che lavorano sodo per portare cibo di qualità sulla nostra tavola» perché «dalle loro condizioni di vita dipende la nostra sicurezza alimentare». 
Insomma, i focolai di collera in giro per il continente e l’assedio dei trattori per tre volte di fila in un mese e mezzo dei palazzi delle istituzioni Ue – con eccessi tra cui roghi di copertoni e scontri con la polizia – hanno prodotto una serie di interventi centellinati per dare risposte targate Ue a coltivatori e allevatori. Misure che, in maniera irrituale, data l’urgenza non sono state accompagnate dalle classiche valutazioni tecniche d’impatto.
Anzitutto, un ammorbidimento dei paletti “verdi”, i cosiddetti Gaec, che erano stati introdotti dalla nuova Pac in linea con lo spirito del Green Deal, entrati in vigore solo a inizio 2023: incassato il via libera di massima dato a tempo record dai governi riuniti nel Consiglio, adesso manca solo l’ok della plenaria del Parlamento Ue a metà mese. La genesi, però, non è stata proprio lineare. 


LE MISURE

Dopo aver proposto, in fretta e furia, una moratoria temporanea dell’obbligo di tenere a riposo il 4% dei terreni coltivabili per quest’anno, l’esecutivo Ue ha deciso di passare dalla logica delle esenzioni a tempo a una puntuale riscrittura delle regole della Pac. A cominciare proprio dal maggese: l’obbligo di tenere una quota predefinita di aree non produttive viene depennato e diventa un requisito volontario; la tutela della biodiversità viene, semmai, garantita attraverso un sistema di incentivi statali (gli “eco-schemi”) per quegli agricoltori che decideranno di mantenere una percentuale di terre incolte, ad esempio piantando alberi o siepi.
La rotazione delle colture viene sostituita dalla differenziazione delle stesse, considerata più realistica per chi deve fare i conti con eventi climatici estremi, mentre in nome di un alleggerimento degli oneri amministrativi le aziende agricole al di sotto dei 10 ettari sono esentate dalle verifiche: mancando i controlli, i piccoli coltivatori non potranno andare incontro alle penalità (cioè una riduzione dei pagamenti) in caso di mancato rispetto dei vincoli della Pac: una semplificazione che riguarda, calcola la Commissione, il 65% delle aziende (in Italia sono 500mila) ma appena il 10% della superficie coltivabile. E dopo che Bruxelles è tornata sui suoi passi ritirando la stretta normativa sui pesticidi chimici per dimezzarli entro il 2030, nel terzo tempo del braccio di ferro è arrivata pure l’apertura di principio a una battaglia portata avanti da governo e associazioni di categoria del nostro Paese: cioè l’estensione fino a fine 2024 dello schema di favore per gli aiuti di Stato in agricoltura (per sussidi fino a 280mila euro per azienda), che era stato in origine adottato con l’inizio della guerra in Ucraina; ipotesi su cui manca adesso l’ultima parola da parte dell’esecutivo Ue. 


GLI EFFETTI DEL CONFLITTO

La volontà di mandare segnali ai coltivatori ha tirato in ballo pure le azioni Ue nella guerra di Mosca contro Kiev: se, da una parte, le misure di favore per l’import agricolo ucraino sono state mantenute ma limitate ai volumi pre-bellici per evitare afflussi imponenti in una serie di filiere considerate critiche (grano, avena, miele, pollame, zucchero), dall’altra, la Commissione ha proposto l’adozione, per la prima volta in due anni, di dazi fino al 50% del valore dei prodotti per colpire le importazioni – cresciute esponenzialmente – di cereali russi e bielorussi a basso costo. Ma ci sono rivendicazioni che rimangono ancora senza risposta. 
Il tema del sostegno ai redditi, infatti, si dimostra scivoloso, e le sovvenzioni della Pac, per quanto generose – rappresentano un terzo del bilancio totale dell’Ue –, non possono affrontare tutte le cause che mettono alle strette i guadagni dei coltivatori, «a cui non può esser chiesto di vendere i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione», ha detto il commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski.
Per questo, dopo aver messo in pausa la conclusione che sembrava imminente dell’accordo commerciale con il Mercosur, il mercato unico latino-americano “ricco” di carne e riso a prezzi bassi, la Commissione ha annunciato il lancio di un osservatorio dei costi di produzione e delle pratiche commerciali nella filiera agroalimentare: in base ai risultati, valuterà come rafforzare il quadro che disciplina i contratti con l’industria della trasformazione e della grande distribuzione. 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 08:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci