Alitalia, Etihad s'impunta: garanzie
sugli esuberi e sul ruolo di Linate

Domenica 27 Aprile 2014 di Umberto Mancini
Alitalia, Etihad s'impunta: garanzie sugli esuberi e sul ruolo di Linate
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C’ grande attesa per il verdetto. Tutte le parti in causa, dai soci di Alitalia al governo fino ai sindacati, si aspettano che Eithad sciolga il nodo gi domani. Ma è probabile che domenica, contrariamente alle attese, non accada nulla. A meno che in queste ore arrivino ad Abu Dhabi, scritte nero su bianco, le garanzie chieste dalla compagnia del Golfo. Perché - ed è l’unico dato certo - gli emiri hanno quasi perso la pazienza e non ne possono più del tira e molla in corso. Resta, è vero, la volontà di chiudere una trattativa durata fin troppo, ma non a tutti i costi per fare «beneficenza».



CORSA CONTRO IL TEMPO

In questi giorni l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha ricucito lo strappo dopo la lettera di James Hogan anticipata da Messaggero, e smussato gli angoli, ma tutto questo lavoro diplomatico non è ancora sufficiente. Lo stesso Hogan sarebbe poi in difficoltà perché ad Abu Dhabi non sono affatto contenti di come si è sviluppata la trattativa. C’è delusione per l’atteggiamento di Palazzo Chigi che, nonostante l’impegno del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e i tweet di Matteo Renzi, non ha ancora fornito, a sentire gli arabi, delle risposte nette. Al momento i punti caldi sono sostanzialmente due: esuberi e rotte. Da una parte Etihad chiede un taglio permanente del costo del lavoro. E preme, come noto, per alleggerire la compagnia di almeno 3.000 persone, tra piloti, hostess e personale di terra. Servono, è il suggerimento, soluzioni all’esterno della compagnia che garantiscano un taglio secco. Una partita complessa che richiede l’impegno del governo per ricollocare gli esuberi. Il nodo è drammaticamente aperto. Così come è tutta da giocare la partita per Linate. La compagnia del Golfo si aspetta che l’esecutivo vari un decreto ad hoc per utilizzare al meglio lo scalo milanese, con slot e nuove rotte. Allo scopo. è evidente, di contrastare le low cost e sfruttare sinergie ed network emiratino. Se queste due condizioni si verificheranno - e il ministero dei Trasporti è al lavoro - anche gli altri due tasselli del puzzle - debito e manleva - potranno comporsi in fretta. Non è infatti un mistero che Unicredit abbia già dato disponibilità a dare una mano sul fronte del debito, così come Intesa che, sempre nel week end, avrebbe fatto sapere di essere pronta a fare altrettanto se ci sarà una «risposta di sistema». Insomma, la palla sembra tutta nel campo del governo che ora deve chiudere il cerchio con una sintesi complessiva e, dicono i soci Alitalia, coraggiosa. Palazzo Chigi è infatti stretto tra la dura tattica negoziale di Etihad e la necessità di assicurare un futuro ad Alitalia e al trasporto aereo italiano.
Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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