Il Pnrr dalla parte delle donne, le "missioni" del Piano per raggiungere la parità

L'associazione Valore D ha riletto il Piano e individuato le buone pratiche per favorire l'uguaglianza

Lunedì 19 Giugno 2023
Cristiana

Il Pnrr delle donne, ossia come sfruttare al meglio le opportunità del Piano per avvicinare il raggiungimento della parità di genere.

Un traguardo ancora lontano: l’indicatore del divario femminile suggerisce che a questo ritmo la gender equality sarà raggiunta completamente solo in 132 anni. In particolare, l’Italia si attesa in 63a posizione e il suo posizionamento rispetto ai Paesi europei più performanti è dovuto principalmente alla scarsa partecipazione delle donne all’economia e alla politica: abbiamo infatti il più basso tasso di partecipazione al lavoro (63% vs 72% media europea), limitato accesso alle risorse finanziarie e scarsa partecipazione politica (31,9% vs 97,48% dell’Islanda).

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una straordinaria opportunità di crescita economica e sociale per il Paese. Una delle priorità trasversali del Piano è infatti la parità di genere, obiettivo  comune a tutte le componenti del PNRR. Valore D ha voluto “rileggere” il PNRR attraverso l’obiettivo trasversale andando a individuare e indicare quelle missioni che più incidono sul miglioramento della condizione occupazionale femminile e sulla crescita del Paese.

Il lavoro, realizzato in collaborazione con Boston Consulting Group (BCG), ha coinvolto le quasi 350 aziende associate a Valore D che hanno messo a fattor comune le buone pratiche attuate per favorire l'uguaglianza di genere. Il risultato è una analisi dei fattori che influenzano positivamente la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e un manuale che raccoglie oltre 430 schede dettagliate che illustrano le singole pratiche – di cui 220 allineate con gli obiettivi e le priorità delle missioni 1, 4 e 5 - andando ad identificare inoltre gli indicatori specifici che ne vengono impattati positivamente.

«Dai dati emerge che le imprese hanno capito già da tempo che investire sull’empowerment femminile è prioritario. Investimenti tangibili sulle leve chiave del gender empowerment creano infatti dei veri e propri circoli virtuosi, i cui benefici non sono solo economici ma portano ad una maggiore attrazione dei talenti, aumentano l’employee engagement e retention, creano ambienti di lavoro positivi ed inclusivi», commenta Cristiana Scelza Presidente Valore D. «Le pratiche raccolte nel playbook oltre a fornire una prova delle azioni virtuose intraprese dalle organizzazioni, costituiscono la base per un proficuo confronto tra pubblico e privato, che speriamo possa trasformarsi in un dialogo di lunga durata - un dialogo che ci auguriamo possa servire ad esplorare tutte le potenzialità del PNRR e ad agevolare la ripresa del Paese».

«I dati mostrano come una minor partecipazione femminile al mondo economico generi un impatto negativo non solo per le donne, ma per l’intera società. I servizi di supporto alla genitorialità e alla partecipazione delle donne al mondo lavorativo, sono direttamente correlati al tasso di fertilità, all’età media della popolazione, alle spese per le pensioni e infine al PIL. Stimolare positivamente e sinergicamente questi elementi significa generare valore per tutti: singoli cittadini e cittadine, imprese e istituzioni», ha dichiarato Giada Maldotti, Partner di BCG. «Questo aspetto risulta già chiaro per il mondo aziendale, che sta investendo fortemente per sostenere genitorialità e sviluppo femminile. È asupicabile un allineamento costante con il mondo istituzionale, per garantire che gli investimenti e gli sforzi aziendali volti ad assicurare una sempre maggiore emancipazione femminile, siano sempre più riconosciuti e valorizzati».

LE MISSIONI

Le misure messe in atto per facilitare una rivoluzione digitale che modernizzi il Paese partono dalla constatazione della prevalenza maschile in ambiente STEM: le aziende puntano a garantire e favorire la partecipazione femminile attraverso percorsi di formazione su tematiche digitali; percorsi di formazione e certificazione nelle discipline STEM; laboratori di innovazione per raccogliere e valutare idee migliorative per le aziende; investimenti a favore di flessibilità e smart working per permettere ai dipendenti di conciliare vita-lavoro.

«Deve esserci come obiettivo un sistema educativo italiano sempre più di qualità, un sistema d’istruzione che porti gli studenti a entrare nel mondo del lavoro con delle competenze più qualificate. Per fare questo non va dimenticata l’importanza di una maggiore inclusione delle donne nelle attività produttive e nei percorsi professionalizzanti. Non a caso ci siamo battuti per il potenziamento delle donne negli studi STEM e nelle materie scientifiche. Anche nell’orientamento è importante tenere conto dell’inclusione femminile e non deve più esistere che nei percorsi scolastici e universitari le donne siano ai primi posti e poi invece nel lavoro si crei una discrasia che le porti a non essere protagoniste così come lo sono state durante il periodo scolastico. Questo è il nostro obiettivo e la scuola è un elemento importante affinché ciò accada», ha commentato Paola Frassinetti, Sottosegretario al Ministero dell'Istruzione e del Merito.

Anche per quanto riguarda il supporto alla genitorialità, le aziende hanno da tempo recepito le problematiche e le difficoltà dei genitori nel conciliare l’attività lavorativa con la cura dei figli e supportano i dipendenti con strutture o campi estivi aziendali che, oltre a sopperire alla carenza di posti negli asili, forniscono una soluzione per il periodo di chiusura estivo delle scuole.

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA