L'haute couture non ci si concilia con il Corano.
Sicché Halima – la prima modella ad avere mostrato un hijab sulle passerelle, se ne va sbattendo la porta e mettendo sotto accusa i pregiudizi di un intero sistema. «Lascio le sfilate perchè questo comporta, almeno nel mondo della moda, di compromettere il mio credo religioso». Con il capo velato e il corpo fasciato negli abiti di Yeezy di Kanye West, aveva ultimamente pubblicato una serie di immagini sui social media che illustravano i tempi in cui provava a trovare un equilibrio tra l'Islam e le sfilate a Parigi, Londra, New York, Milano. Ma erano tempi in cui, a suo dire, aveva perso il contatto con se stessa e il diritto a manifestare apertamente la sua fede.
«Posso solo biasimarmi per essermi preoccupata più delle opportunità che di ciò che era effettivamente in gioco», ha scritto su Instagram. La modella ha anche aggiunto: «Ora torno la vera Halima». Il suo j'accuse al sistema della moda è quasi plateale quando sottolinea di essersi sentita una minoranza dentro una minoranza. «Mi rammarico che l'industria della moda non abbia donne musulmane stiliste».
L'anno scorso parlando con l'Observer disse che il suo hijab non era negoziabile nel suo contratto con l'agenzia di modelle IMG. La modella ha raggiunto la fama nel 2016 dopo il concorso di bellezza di Miss Usa attirando l'attenzione della fashion editor Carine Roitfeld. Poi il debutto in passerella alla settimana della moda di New York. Infine il passo indietro con l'indice puntato alla mancanza di libertà personale che avvertiva talmente forte da indurle a ritirarsi per sempre.